Scortato il pm che indaga sulla ‘ndrangheta a San Siro
Le indagini sulle curve di San Siro, che hanno portato a 19 arresti una settimana fa, si intensificano. Il procuratore di Milano Marcello Viola ha richiesto una scorta di quarto livello per il pm della Dda Paolo Storari, titolare del fascicolo assieme alla collega Sara Ombra, già sotto scorta da tempo per altre inchieste. La tutela per Storari è stata attivata per sei mesi, con due militari della Gdf e una macchina, in seguito alle indagini che hanno svelato il profondo radicamento della ‘ndrangheta nelle tifoserie milanesi.
Le carte depositate evidenziano il peso specifico dei clan calabresi, con il capo ultrà milanista Luca Lucci, ora in carcere, che dichiarava: “sono la mia famiglia”. Lucci, soprannominato “il toro”, ha ricoperto un ruolo di primo piano anche nella tifoseria nerazzurra, tanto da “sindacare e porre il proprio veto sulla presenza di alcuni personaggi a lui invisi” nella curva dell’Inter.
L’indagine ha svelato come i clan siano entrati nelle curve ben prima del 2022. Nella curva interista, l’ingresso di Antonio Bellocco e della sua cosca avvenne a fine 2022, mentre nella curva Sud, “il contraltare nelle retrovie” era rappresentato da “personaggi” legati ai Papalia e a “figure di origine palermitane”.
Il “peso” dei clan calabresi nella Sud avrebbe assicurato “una convivenza assolutamente pacifica” tra le due tifoserie, in nome degli affari, “una saldatura concreta” e “in grado di filtrare le pretese di chiunque”.
Gli affari illeciti e i fatti di sangue
Le indagini hanno portato alla luce un contesto di infiltrazioni criminali che ha visto le due tifoserie coinvolte in “significativi traffici di droga”. L’omicidio dello storico capo curva interista Vittorio Boiocchi, avvenuto nell’autunno 2022 e ancora irrisolto, e il tentato omicidio dell’ultrà milanista Enzo Anghinelli nel 2019, sono solo “i fatti di sangue più cruenti ed attuali”, che rivelano gli “interessi illeciti” di entrambe le tifoserie.
Tra gli interessi illeciti, spicca il racket nella gestione dei parcheggi e dell’indotto attorno allo stadio Meazza. Le indagini hanno evidenziato come la presenza dei clan abbia contribuito a “filtrare le pretese di chiunque”, assicurando una “convivenza pacifica” tra le due tifoserie, in nome degli affari.
I pm hanno sottolineato come la ‘ndrangheta abbia “un ruolo di primo piano” nella gestione delle curve, con il capo ultrà milanista Luca Lucci che ha agito come “un vero e proprio “capo”” anche per la curva nerazzurra, “sindacando e ponendo il proprio veto sulla presenza di alcuni personaggi a lui invisi”.
Arresti e nuovi sviluppi
La Digos di Firenze ha trovato coltelli, sfollagente e aste su due pullman di tifosi provenienti da Milano per la partita Fiorentina-Milan. Gli accertamenti saranno comunicati alla Procura di Milano.
Cristian Ferrario, uno dei 19 arrestati, ritenuto prestanome di Andrea Beretta e di Antonio Bellocco, ha visto gli arresti domiciliari sostituiti con l’obbligo di dimora. Il gip Domenico Santoro ha ritenuto che le ammissioni di Ferrario, tra cui il fatto di sapere chi fosse Bellocco, rientrino in un suo “percorso di rivisitazione” e di presa di “consapevolezza”.
Le indagini continuano, con il pm Paolo Storari sotto scorta, per svelare il ruolo della ‘ndrangheta nelle curve di San Siro e per contrastare l’infiltrazione criminale nel mondo del calcio.
Il peso della ‘ndrangheta nel calcio
L’infiltrazione della ‘ndrangheta nelle curve di San Siro è un fenomeno allarmante, che dimostra come la criminalità organizzata cerchi di estendere il suo controllo anche nel mondo dello sport. La convivenza pacifica tra le due tifoserie, imposta dai clan, è un segno evidente di come la ‘ndrangheta abbia preso il controllo di un ambiente sensibile come quello del calcio. Le indagini in corso sono fondamentali per smantellare queste organizzazioni criminali e per restituire al calcio la sua genuinità e la sua sportività.