Corsi di restauro per giovani: un’iniziativa dell’Opera Primaziale Pisana
L’Opera Primaziale Pisana, in collaborazione con l’associazione italiana Fabbricerie (Afi), sta sperimentando un progetto innovativo per la formazione di giovani restauratori e conservatori dei beni culturali. L’iniziativa, che se avrà successo verrà estesa a livello nazionale, si propone di creare una sorta di ‘bottega’ per imparare il mestiere, colmando la carenza di figure qualificate nel settore. Come ha sottolineato Andrea Maestrelli, presidente dell’Afi e dell’Opera Primaziale, la mancanza di restauratori rappresenta un ostacolo alla conservazione programmata dei beni culturali, ben più dei fondi disponibili. “Ciò che manca per fare conservazione, e soprattutto conservazione programmata, non sono i fondi ma i restauratori”, ha affermato Maestrelli. “Noi vogliamo in questo modo creare nuove professionalità”.
Un progetto di collaborazione e solidarietà
L’obiettivo del progetto è quello di mettere a fattor comune il know-how dell’Opera Primaziale Pisana per sostenere le fabbricerie più piccole. Come ha spiegato Maestrelli, le migliori professionalità del restauro provengono attualmente da istituti come l’Opificio delle Pietre dure di Firenze e l’Istituto superiore di conservazione e restauro di Roma. L’obiettivo dei corsi è quindi quello di aumentare le opportunità di formazione di maestranze qualificate da impiegare nelle fabbricerie. Maestrelli ha evidenziato che solo alcune Opere, come quelle di Pisa, Firenze, Venezia e Milano, godono di grandi flussi turistici che consentono di ottenere importanti ricavi dalle biglietterie, ricavi che vengono integralmente reinvestiti nel lavoro di conservazione e restauro. Per questo motivo, ha concluso, “necessitano di maggiori attenzioni le fabbricerie più piccole, con spirito di solidarietà”.
Un’iniziativa lodevole per il futuro della conservazione dei beni culturali
L’iniziativa dell’Opera Primaziale Pisana rappresenta un passo importante per il futuro della conservazione dei beni culturali. La carenza di figure qualificate nel settore è un problema che affligge da tempo il patrimonio italiano, e la creazione di corsi di formazione specifici può contribuire a colmare questo gap. La collaborazione tra le diverse realtà, con un’attenzione particolare alle fabbricerie più piccole, è un segnale positivo di solidarietà e di condivisione di competenze. L’auspicio è che questo progetto pilota possa essere replicato in altre regioni, contribuendo a garantire la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano.