Un nuovo corso per la Scala: Ortombina prende tempo sul direttore musicale
Fortunato Ortombina, il nuovo sovrintendente della Scala, ha dichiarato che la scelta del nuovo direttore musicale, che succederà a Riccardo Chailly nel 2026, non è una priorità immediata. Ortombina, che ha guidato la Fenice di Venezia, ha sottolineato l’importanza di un’attenta valutazione, preferendo un confronto diretto con l’orchestra, il coro e il teatro prima di prendere una decisione definitiva. Il sindaco Giuseppe Sala aveva precedentemente suggerito il nome di Daniele Gatti, ma Ortombina ha ribadito la necessità di un’analisi più approfondita. “Il direttore musicale è argomento prematuro, ne parleremo quando sarò sovrintendente insediato”, ha affermato Ortombina, aggiungendo che “ci vuole rispetto per chi sta lavorando e Chailly deve ancora dirigere tanta musica”.
Priorità al direttore del corpo di ballo
Al contrario, la scelta del nuovo direttore del corpo di ballo è considerata una priorità urgente. L’attuale direttore, Manuel Legris, ha annunciato la sua partenza a novembre 2025, lasciando un vuoto da colmare. Tra i nomi in lizza per la successione spiccano Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma, e Roberto Bolle, étoile scaligera.
Una programmazione aperta alla sperimentazione e alla ricerca
Ortombina ha ribadito la necessità per la Scala di “fare sempre ricerca”, citando come esempio la produzione di un’opera basata sul “Nome della Rosa” di Umberto Eco. La sperimentazione, secondo il nuovo sovrintendente, non deve limitarsi alla musica, ma deve estendersi a tutti gli aspetti della produzione. La Scala, ha affermato Ortombina, deve avere una programmazione ampia, che spazzi dal Seicento ai giorni nostri, e che non dimentichi la curiosità del pubblico. “C’è del repertorio ancora da esplorare”, ha sottolineato.
L’importanza della sperimentazione e del rischio
Ortombina ha anche sottolineato l’importanza della sperimentazione e del rischio nella scelta degli allestimenti. Citando l’esempio della “Traviata” di Robert Carsen, che inizialmente fu un flop, ma che poi, grazie a Myung-Whun Chung, è stata ripresa con successo per vent’anni, Ortombina ha ribadito la necessità di dare al pubblico il tempo di assimilare le novità e di sostenere le scelte coraggiose. “Il primato nel melodramma non significa essere autarchici”, ha concluso.
Un approccio ponderato per la Scala
La scelta di Ortombina di non affrettare la nomina del nuovo direttore musicale è un segnale positivo. La Scala è un’istituzione di grande prestigio, e la scelta del direttore musicale è una decisione che avrà un impatto significativo sulla sua identità artistica. È importante che Ortombina si prenda il tempo necessario per valutare attentamente i candidati e per ascoltare le opinioni dell’orchestra, del coro e del teatro. La priorità data al direttore del corpo di ballo è comprensibile, visto che la partenza di Manuel Legris è imminente. Tuttavia, è auspicabile che Ortombina non perda di vista l’importanza della figura del direttore musicale, che è fondamentale per la direzione artistica del teatro.