La fine della cultura di massa e l’ascesa dell’ipercultura
Nel suo saggio “La morte della cultura di massa”, il sociologo Vanni Codeluppi affronta un tema cruciale del panorama culturale contemporaneo, dichiarando la fine della cultura di massa come la conoscevamo e il suo passaggio a un nuovo paradigma: l’ipercultura. Codeluppi sostiene che la cultura di massa, con le sue caratteristiche di omogeneità e diffusione di massa, si è estinta per lasciare spazio a una realtà più frammentata, caratterizzata da una moltitudine di subculture e contenuti variegati.
L’autore si rifà alle teorie del filosofo Byng-Chul Han, che descrive l’ipercultura come un nuovo tipo di cultura globale che “non produce omogeneità, bensì intensità e varietà”. Questa “ipercultura” si caratterizza per l’assenza di distanze tra i contenuti, che si addensano e si sovrappongono in un flusso continuo di informazioni e stimoli.
Il ruolo dei videogiochi nella cultura contemporanea
Codeluppi analizza in modo approfondito il ruolo dei videogiochi nella cultura contemporanea, evidenziando il loro impatto significativo sulla società. Oltre 3 miliardi di persone in tutto il mondo utilizzano i videogiochi, con una penetrazione particolarmente alta in Italia, dove circa l’80% degli utenti di internet sono anche giocatori. L’autore sottolinea come i videogiochi non siano più un’attività esclusiva dei giovani, ma coinvolgano persone di tutte le età.
Codeluppi analizza anche il fenomeno della “gamification”, ovvero l’utilizzo di meccanismi tipici dei videogiochi come premi, ricompense, classifiche e accumulo di punti, in contesti diversi come il marketing, l’educazione e lo sport. Questo processo mira a influenzare i comportamenti delle persone, migliorando la loro motivazione e il loro coinvolgimento.
Cinema e supereroi: la serialità e l’effetto speciale
Nel campo del cinema, Codeluppi analizza il successo dei film di supereroi, che hanno conquistato i botteghini di tutto il mondo. L’autore evidenzia come l’industria hollywoodiana abbia sfruttato l’abitudine alla serialità, creata dal successo delle serie televisive a partire dagli anni Novanta, per attirare il pubblico. I film della Marvel, in particolare, hanno saputo cavalcare questa tendenza, proponendo storie che si inseriscono in un universo narrativo più ampio.
Inoltre, Codeluppi sottolinea il ruolo dei progressi tecnologici nella creazione di effetti visivi realistici, che hanno permesso di trasferire al cinema le azioni spettacolari dei supereroi dei fumetti. L’innovazione tecnologica ha contribuito a rendere credibili e accattivanti le scene d’azione, aumentando l’appeal dei film di supereroi.
La televisione e il culto del banale
Codeluppi analizza anche il ruolo della televisione nella cultura contemporanea, evidenziando il fenomeno del “culto del banale”, che si traduce in programmi che si concentrano sulla vita quotidiana e sulla piccola realtà di tutti i giorni. L’autore ricorda che la storia dei reality show nasce già nel 1992 con “The Real World” della rete Mtv, un programma che si basava sulla vita quotidiana di sette giovani che condividevano lo stesso appartamento.
Codeluppi conclude il suo saggio con una riflessione sull’evoluzione della cultura di massa, sottolineando la sua trasformazione in un panorama più frammentato e diversificato. L’autore invita a riflettere su questo nuovo contesto culturale, caratterizzato da una “ipercultura” che offre un’ampia varietà di contenuti e stimoli.
Riflessioni sull’ipercultura
Il saggio di Codeluppi offre una prospettiva interessante sull’evoluzione della cultura di massa e sull’ascesa dell’ipercultura. L’autore mette in luce l’influenza dei videogiochi, del cinema e della televisione sulla società contemporanea, evidenziando i cambiamenti nel modo in cui consumiamo e interagiamo con la cultura. È importante riflettere su come l’ipercultura influenzi le nostre vite e come possiamo navigare in questo panorama complesso e frammentato, cercando di mantenere un approccio critico e consapevole.