Il mercato automobilistico europeo in affanno
La situazione dell’industria automobilistica in Europa è sempre più critica. Dopo i pesanti tagli di Volkswagen, la chiusura di una fabbrica Audi a Bruxelles e il taglio dei target di Bmw, è la volta di Mercedes Benz, che per la seconda volta in due mesi ha abbassato le sue stime per il 2024, principalmente a causa dello stallo del mercato cinese delle auto di lusso. Le azioni delle aziende del settore sono in profondo rosso: Mercedes perde il 6,8% a Francoforte, Bmw il 3,2%, Stellantis il 3,4% a Piazza Affari e Renault il 2,6% a Parigi. Anche i sindacati sono in allarme, con mobilitazioni in corso in Italia e in Europa. L’Acea, l’associazione dei costruttori europei, ha chiesto “misure di soccorso urgenti” in risposta agli ultimi dati sulle vendite di auto elettriche, che dimostrano le difficoltà del settore.
L’Italia propone una revisione delle politiche Ue
Dal consiglio informale dei ministri Ue dei trasporti a Budapest, è arrivato un segnale per i produttori di auto. János Lázár, presidente di turno della Ue, ha affermato che le politiche energetiche e climatiche non devono mettere in pericolo l’indipendenza e i profitti dell’industria automobilistica. Il ministro italiano Matteo Salvini ha concordato, sostenendo che “il solo elettrico è un fallimento” e che è necessario anticipare la revisione del regolamento sulla CO2, aprendo a biocarburanti e motori endotermici. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha annunciato che l’Italia presenterà una proposta all’Ue che prevede di anticipare di due anni l’esame della clausola di revisione del regolamento sui veicoli leggeri, che è previsto per la fine del 2026. Questa revisione potrebbe portare a decisioni sul mantenimento del motore endotermico, la neutralità tecnologica o l’utilizzo di biocombustibili per gli anni successivi. Urso ha sottolineato che se si lascerà nell’incertezza le imprese e i consumatori europei, nessuno investirà nel settore.
Sindacati in mobilitazione
I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno annunciato iniziative di mobilitazione dei lavoratori di Stellantis e della filiera automotive. I tre sindacati hanno ricevuto il mandato dai rispettivi coordinamenti del settore auto per procedere con una forte mobilitazione unitaria. La Uilm accusa Stellantis e il governo di avere “gravi responsabilità”, sostenendo che il loro scontro potrebbe fare 200mila vittime e sancire la fine di un intero settore. La Fiom punta a creare una rete a livello internazionale per sostenere le lotte in corso negli Usa e in Europa, come quella del sindacato belga che sta difendendo gli stabilimenti Audi dalla chiusura e quella della Ig Metal in Germania contro i tagli della Volkswagen.
La necessità di un approccio equilibrato
La crisi dell’industria automobilistica europea richiede un approccio equilibrato che tenga conto sia delle esigenze di sostenibilità ambientale sia della necessità di salvaguardare posti di lavoro e l’economia. La proposta italiana di anticipare la revisione del regolamento sui veicoli leggeri è un passo nella giusta direzione, ma è fondamentale che la discussione sia aperta e inclusiva, coinvolgendo tutti gli attori del settore, dai produttori ai sindacati, per trovare soluzioni concrete e sostenibili.