Un costo enorme per l’inazione
Secondo la ricerca “Globalizzare la solidarietà” di Deloitte, l’inazione di fronte alle grandi sfide socio-economiche del nostro tempo ha un costo enorme. Si stima che il costo annuo dell’inazione sia pari a circa 66 mila miliardi di dollari, ovvero il 63% del PIL globale. Questo dato allarmante include l’impatto di problemi come il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione, la polarizzazione della ricchezza, le guerre e l’instabilità politica, le pandemie, la povertà, l’analfabetismo, la fame nel mondo, le discriminazioni e le migrazioni forzate.
L’analisi di Deloitte sottolinea che non intervenire su queste sfide comporterebbe un costo per la collettività di circa 1,1 milioni di miliardi di dollari nei prossimi 30 anni. Questo dato evidenzia l’urgenza di un’azione collettiva e coordinata a livello globale per affrontare queste sfide in modo efficace e sostenibile.
Un mondo complesso e sfiducia crescente
La ricerca di Deloitte ha condotto un’indagine demoscopica in Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, evidenziando una crescente percezione di complessità nel mondo odierno. Circa 8 persone su 10 (91% in Italia) ritengono che la nostra epoca sia caratterizzata da una maggiore complessità rispetto al passato.
Nonostante questa consapevolezza, meno della metà degli intervistati ritiene che si stia facendo abbastanza a livello internazionale per affrontare le sfide del nostro tempo. Tuttavia, il 65% degli intervistati crede che la situazione sia ancora recuperabile, evidenziando una speranza per il futuro.
La guerra e l’instabilità politica: le maggiori preoccupazioni
L’indagine ha rivelato che “guerra e instabilità politica” sono tra le maggiori preoccupazioni degli intervistati, seguite da “povertà” e “migrazioni forzate”. Questa preoccupazione per la guerra e l’instabilità politica è condivisa in tutti i Paesi analizzati, con una percentuale di intervistati che la considera una priorità che varia dall’82% in Germania al 92% in Italia.
Un dato interessante emerge dall’analisi per fasce d’età: la fiducia in un mondo migliore diminuisce con l’aumentare dell’età. I GenZ e i Millennial risultano più fiduciosi rispetto ai Gen X e ai Baby Boomer, con una quota di “ottimisti” che passa dal 63% tra i GenZ al 29% tra i Baby Boomer.
La necessità di un’azione collettiva
La ricerca di Deloitte evidenzia la necessità di un’azione collettiva e coordinata a livello globale per affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Non possiamo permetterci di ignorare il costo enorme dell’inazione, che avrebbe conseguenze devastanti per l’umanità. È necessario un impegno concreto da parte di governi, istituzioni internazionali, aziende e cittadini per costruire un futuro più sostenibile e equo per tutti.