Accuse di offesa e richiesta di ritrattazione
Il Consiglio di Stato colombiano è stato investito di un’azione di tutela dei diritti fondamentali, presentata dall’avvocato Germán Calderón España, contro il presidente Gustavo Petro. L’azione contesta le dichiarazioni del capo dello Stato che ha definito alcune giornaliste “bambole della mafia”, invocando la violazione della “dignità umana” delle professioniste del giornalismo come diritto fondamentale. Calderón España ha richiesto la ritrattazione delle affermazioni offensive da parte del presidente Petro.
Contesto delle dichiarazioni e reazioni
Le dichiarazioni contestate sono state rilasciate il 30 agosto, giorno in cui è entrata in carica la nuova titolare dell’ufficio del Difensore civico, Iris Marín. In quell’occasione, Petro ha accusato le giornaliste di “elaborare tesi di terrorismo” in relazione alle proteste sociali, definendole “bambole della mafia” e “giornaliste del potere”. La Fondazione per la libertà di stampa (Flip) ha condannato le affermazioni di Petro, sostenendo che il suo grande seguito sui social media contribuisce a riprodurre “stereotipi di genere” contro le reporter colombiane.
Un’ombra sulla libertà di stampa e di espressione
Questo caso solleva un’importante questione sulla libertà di stampa e di espressione in Colombia. Le dichiarazioni del presidente Petro, pur essendo state rilasciate in un contesto di tensioni sociali, hanno un impatto significativo sulla percezione del ruolo delle giornaliste nel paese. È fondamentale che i leader politici si astengano da linguaggi offensivi e discriminatori, soprattutto quando si rivolgono a specifici gruppi sociali. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale di una democrazia sana, e le giornaliste, come tutti i professionisti dell’informazione, meritano rispetto e dignità nel loro lavoro.