La richiesta di condanna per Baby Gang
La Procura di Milano ha chiesto una condanna a 3 anni di reclusione per il trapper Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, 23 anni. La richiesta riguarda i disordini avvenuti il 10 aprile 2021 in zona San Siro a Milano, durante le riprese di un video musicale del collega trapper Neima Ezza. Durante l’evento, erano presenti circa 300 ragazzi, tra cui Baby Gang e Neima, alcuni anche minorenni, e ci fu un lancio di oggetti contro le forze dell’ordine. Il processo si svolge con rito abbreviato davanti al gup Tommaso Perna.
Le accuse e l’inchiesta
L’inchiesta, condotta dalla Polizia e coordinata dal pm Leonardo Lesti, ha portato a diverse accuse, a vario titolo, di manifestazione non autorizzata e di resistenza a pubblico ufficiale. Nell’aprile del 2021, l’inchiesta ha portato anche a perquisizioni. Neima Ezza ha chiesto la messa alla prova, mentre Baby Gang, difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, ha optato per il rito abbreviato. Un altro ragazzo è anch’egli imputato. La decisione del giudice è prevista per ottobre.
Il passato giudiziario di Baby Gang
Baby Gang è stato assolto in appello in un processo per rapina e la sua condanna per il caso di una sparatoria del 2022 è stata dimezzata in secondo grado, da 5 anni e 2 mesi a 2 anni 9 mesi e 10 giorni. Dopo quest’ultima sentenza, è tornato libero, con revoca dei domiciliari. Attualmente, attende la decisione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese su una richiesta di tre anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
Il contesto e l’impatto sociale
La vicenda di Baby Gang solleva interrogativi sul rapporto tra la musica rap, la cultura giovanile e la giustizia. È importante analizzare il contesto sociale in cui si inseriscono questi eventi, cercando di comprendere le motivazioni alla base dei comportamenti dei ragazzi coinvolti. La presenza di un artista di successo come Baby Gang, con un seguito numeroso di fan, potrebbe aver contribuito a creare un’atmosfera di eccitazione e di possibile conflitto. È fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra le istituzioni, la comunità e il mondo della musica per prevenire situazioni di questo tipo e per indirizzare l’energia dei giovani verso canali positivi.