L’addio a La7 e la vita sotto scorta
Massimo Giletti, in una recente intervista, ha rivelato la sua sofferenza per la rottura del gruppo di lavoro che si era creato a La7: “Per me la sofferenza è stata vedere distruggere un gruppo di amici, di fratelli – perché avevo creato dei gruppi di lavoro fortissimi. Con Cairo non ci siamo più sentiti ma il tempo aiuterà a incontrarsi. Magari in modo strano, occasionale. Io guardo al futuro – aggiunge – e comunque mi piacerebbe fare una chiacchierata”.
Giletti ha poi parlato della sua vita sotto scorta, spiegando che la minaccia è legata alle sue inchieste, in particolare a quelle sulla mafia: “C’è stato l’incontro con Baiardo, l’uomo molto vicino ai fratelli Graviano, lo stesso che aveva annunciato l’arresto di Matteo Messina Denaro, due mesi e mezzo prima che accadesse. E non credo sia un veggente. Noi siamo andati a toccare dei temi molto complessi perché quando parli di mafia e fai i numeri parlando di mafia, finisci col toccare dei poteri. Io credo che il problema vero fosse quello, il contenuto di ciò che noi stavamo facendo. Il contenuto, non il costo”.
Il conduttore ha poi rivelato un’intercettazione che lo riguarda: “Il caso giudiziario è ancora aperto. Aspettiamo. Ho visto tante intercettazioni interessanti, Marcello Dell’Utri intercettato dalla Dia dice al capo dell’ufficio legale di Fininvest ‘Giletti deve essere chiuso’, io ne ho preso atto. Quella è una verità, non di Giletti, una verità. Io aspetto – aggiunge – ho una scorta, vivo in una situazione complessa che è peggiorata negli anni. Ma ho visto ragazzi, giovani giornalisti che per 20 euro ad articolo rischiano la vita. La domanda è perché in questo Paese chi fa inchiesta è sotto scorta? Non va bene”.
Il nuovo programma ‘Lo Stato delle cose’
Giletti ha poi parlato del suo nuovo programma ‘Lo Stato delle cose’ su Rai3, dove racconterà l’Italia in controtendenza: “Ogni avventura deve avere un’asticella più alta, anche se inizi a invecchiare devi porti degli obiettivi ambiziosi. Trovo che ci siano degli spazi interessanti per raccontare questo Paese attraverso i nomi più importanti della cultura italiana. Anche la ‘qultura’ con la q. A me piace chi va in controtendenza, come i salmoni”.
Considerazioni personali
Le parole di Giletti sull’addio a La7 e sulla sua vita sotto scorta sono un monito sulla delicatezza del lavoro giornalistico, soprattutto quando si toccano temi delicati come la mafia. La sua esperienza dimostra che l’inchiesta giornalistica può essere pericolosa e che la libertà di stampa è un bene prezioso da difendere. Il suo nuovo programma su Rai3 sembra promettere un’analisi approfondita dell’Italia contemporanea, con un focus sulla cultura e sulle figure che si distinguono per la loro originalità e la loro capacità di andare controcorrente. Sarà interessante vedere come Giletti affronterà queste tematiche e quali saranno i suoi nuovi obiettivi.