Il Parlamento peruviano blocca il viaggio di Boluarte a New York
Il Parlamento peruviano ha negato il permesso alla presidente Dina Boluarte di recarsi a New York per partecipare alla 79ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in programma dal 21 al 26 settembre. La votazione, avvenuta in sessione plenaria, si è conclusa con 55 voti contrari, 50 favorevoli e 5 astenuti. La richiesta di Boluarte era stata presentata ufficialmente il 6 settembre con una lettera firmata dalla stessa presidente e dal presidente del Consiglio dei ministri, Gustavo Adrianzén. Il governo aveva motivato la richiesta con la necessità di garantire la gestione del suo ufficio da remoto durante la sua assenza.
Critiche per la richiesta di Boluarte in un contesto di emergenza
La decisione del Parlamento è stata presa in un contesto di critiche nei confronti della richiesta di Boluarte di lasciare il Perù mentre il paese è alle prese con gravi incendi boschivi. Diversi parlamentari hanno espresso il loro disappunto durante il dibattito in seduta plenaria, sottolineando la necessità di una presenza attiva della presidente in patria per affrontare l’emergenza. Gli incendi boschivi, che si sono intensificati nelle ultime settimane, hanno già causato almeno 14 vittime e hanno devastato vaste aree del territorio peruviano.
La crisi politica in Perù e le sfide di Boluarte
La decisione del Parlamento di negare il permesso di viaggio a Boluarte si inserisce in un contesto di crisi politica in Perù. La presidente, che ha assunto la carica dopo la destituzione di Pedro Castillo, si trova a dover affrontare una serie di sfide, tra cui l’instabilità politica, le proteste sociali e la crescente insicurezza. La sua richiesta di recarsi a New York per l’Assemblea Generale ONU era stata interpretata da alcuni come un tentativo di rafforzare la sua posizione internazionale e di ottenere un maggiore sostegno per la sua amministrazione. Tuttavia, la decisione del Parlamento dimostra che la sua posizione politica interna è ancora fragile e che dovrà affrontare una serie di ostacoli per ottenere il consenso necessario per governare il paese.