Critiche alla requisitoria
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha espresso forti critiche alla requisitoria presentata contro Matteo Salvini, accusando i magistrati di aver utilizzato argomentazioni più politiche che giuridiche. In un’intervista al Corriere della Sera, Delmastro ha affermato: “Spiace sentire un magistrato usare argomentazioni più politiche che giuridiche. Sembrava quasi di ascoltare Ilaria Salis”.
Delmastro ha contestato l’utilizzo di concetti come “crimini universali” e “violazioni di diritti umani” da parte dei magistrati, sostenendo che se tali accuse fossero fondate, “per coerenza, andrebbe processata l’intera catena dal premier Conte al ministro Toninelli alla Guardia costiera”.
Il sottosegretario ha poi replicato alle richieste del Pd di intervento dell’Agcom sull’autodifesa di Salvini sulla Rai, definendo la situazione “un’idea politica di una violenza radicale” e paragonando il processo a Salvini a un’azione repressiva simile a quella dell’Unione Sovietica o dell’Iran.
Difesa di Salvini e prospettive future
Delmastro ha espresso la sua piena solidarietà a Matteo Salvini, affermando che “Salvini sarà processato per aver difeso i confini e io per aver difeso il 41 bis per i camorristi”.
Il sottosegretario ha criticato la tesi dei magistrati secondo cui l’operazione di Salvini non fosse difesa dei confini ma autopromozione politica, chiedendo: “È stata fatta una perizia psichiatrica? Come fanno a conoscere l’intenzione di Salvini? L’unico Stato che ha processato le intenzioni è stata l’Urss. Anche in Iran oggi si processano i fatti”.
Le parole di Delmastro segnano un’escalation nel dibattito politico sull’inchiesta contro Salvini, con il sottosegretario che si schiera apertamente in difesa dell’ex ministro e che si dice pronto a difendere le sue azioni in tribunale.
Considerazioni personali
Le parole di Delmastro sollevano importanti questioni sul ruolo della politica e della giustizia in un contesto di forte polarizzazione. La sua critica alla requisitoria, accusando i magistrati di utilizzare argomentazioni politiche, rischia di alimentare una spirale di sfiducia nelle istituzioni e di innescare un conflitto tra potere politico e giudiziario. È fondamentale che il dibattito si svolga in modo sereno e costruttivo, rispettando l’autonomia di entrambi i poteri e garantendo il diritto di difesa a tutti gli imputati.