Bac Consulting smentisce il coinvolgimento nella produzione di cercapersone esplosi
La Bac Consulting, società ungherese con sede a Budapest, ha smentito il suo coinvolgimento nella produzione dei cercapersone esplosi in Libano e Siria. La notizia è stata diffusa dalla stessa amministratrice delegata della società, Cristiana Barsony-Arcidiacono, in un’intervista al giornale online ungherese telex.hu.
Barsony-Arcidiacono ha confermato la collaborazione con la società di Taiwan Gold Apollo, ma ha negato categoricamente di aver fabbricato i dispositivi. “Non sono stata io a fabbricare i cercapersone”, ha dichiarato al giornalista del sito ungherese, aggiungendo: “Sono solo una mediatrice. Credo abbiate frainteso questa cosa” in riferimento alle informazioni fornite a Taiwan dalla Gold Apollo.
Il ruolo di mediazione della Bac Consulting
Secondo le dichiarazioni dell’amministratrice delegata, la Bac Consulting ha agito come intermediaria nella transazione, facilitando la collaborazione tra la Gold Apollo e i clienti. La società non ha quindi partecipato alla produzione dei dispositivi, ma ha svolto un ruolo di mediazione tra le parti coinvolte.
La natura precisa della mediazione svolta dalla Bac Consulting non è stata specificata nell’intervista. Tuttavia, è importante sottolineare che la società non si è assunta la responsabilità della produzione dei cercapersone esplosi.
Un caso da approfondire
Questa vicenda solleva diverse questioni che meritano di essere approfondite. In primo luogo, è necessario chiarire la natura precisa della collaborazione tra la Bac Consulting e la Gold Apollo, e il ruolo che la società ungherese ha svolto nella transazione. In secondo luogo, è fondamentale indagare sulla provenienza dei cercapersone esplosi e sulle responsabilità di coloro che li hanno prodotti e commercializzati. La sicurezza internazionale è in gioco e la trasparenza è fondamentale per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.