La sentenza del tribunale
Il Tribunale d’appello federale argentino ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa di Leonardo Bertulazzi, ex brigatista rosso arrestato il 29 agosto. La sentenza, pubblicata il 13 settembre, afferma che “la gravità dei reati imputati e la pena di compimento effettivo richiesta da un altro Paese non possono essere ignorate come indizi di una possibile fuga”. Inoltre, la sentenza sottolinea che “non si può ignorare che la richiesta di detenzione ai fini di estradizione afferma che il Bertulazzi è ricercato senza successo dallo Stato richiedente da diversi decenni”.
La posizione della difesa
La difesa di Bertulazzi aveva presentato la richiesta di scarcerazione sostenendo che la revoca dello status di rifugiato emessa dalla Commissione nazionale rifugiati (Conare) il giorno precedente l’arresto “non è da considerare come definitiva”, in quanto è stato presentato ricorso secondo diritto.
Il passato di Bertulazzi
La giustizia italiana ha condannato Bertulazzi a 27 anni per sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata. L’ex Br è considerato tra i responsabili del sequestro dell’ingegnere Piero Costa avvenuto a Genova nel 1977.
Il futuro di Bertulazzi
Bertulazzi rimarrà per il momento detenuto in un’unità penitenziaria della Polizia Federale. È ancora in corso di valutazione la richiesta per la concessione degli arresti domiciliari.
Un caso complesso
La vicenda di Bertulazzi è un caso complesso che pone in luce la delicatezza delle questioni legate all’estradizione e alla giustizia internazionale. La decisione del tribunale argentino di respingere la richiesta di scarcerazione è comprensibile alla luce della gravità dei reati imputati a Bertulazzi e della sua lunga latitanza. Tuttavia, è importante ricordare che il diritto alla difesa e alla presunzione di innocenza sono principi fondamentali che devono essere rispettati in ogni processo.