Mobilitazione nazionale contro i morti sul lavoro
La Confederazione unitaria di base (Cub) ha lanciato una mobilitazione nazionale aperta a tutti per contrastare il crescente numero di morti sul lavoro. L’iniziativa prevede una serie di manifestazioni, presidi e proteste in tutto il Paese, con la partecipazione di iscritti, militanti e cittadini. Un elemento distintivo di queste manifestazioni sarà la presenza della Costituzione, in particolare l’articolo 1, il cui primo comma recita “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
La Cub intende richiamare l’attenzione sull’importanza del lavoro come fondamento della Repubblica e sulla necessità di garantire la sicurezza e la dignità dei lavoratori. La Confederazione punta il dito contro l’inerzia della politica, sia di destra che di sinistra, che da decenni non avrebbe fatto nulla per combattere le stragi sul lavoro. Al contrario, la Cub accusa la politica di aver approvato leggi che hanno precarizzato il lavoro, come la Legge Fornero e il Jobs Act, che avrebbero consentito licenziamenti arbitrari e ostacolato il rispetto dei diritti e della sicurezza dei lavoratori.
L’appello al presidente Mattarella
La Cub ha rivolto un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per un intervento “concreto” nella lotta contro i morti sul lavoro. La Confederazione riconosce la sensibilità del presidente su questo tema, ma chiede un’azione incisiva per contrastare il fenomeno. La Cub ritiene che la politica debba assumere un ruolo centrale nella lotta per la sicurezza sul lavoro, non solo con parole, ma con azioni concrete.
Le richieste della Cub
La Cub chiede l’introduzione del reato di “omicidio sul lavoro” per responsabilizzare giuridicamente i datori di lavoro. La Confederazione ritiene che l’introduzione di questo reato sia fondamentale per scoraggiare le condotte negligenti e per garantire una maggiore tutela dei lavoratori. La Cub sottolinea che, nonostante diversi sindacati siano d’accordo su questa proposta, il Parlamento non ha ancora preso alcuna iniziativa. Oltre all’introduzione del reato di “omicidio sul lavoro”, la Cub chiede una maggiore attenzione alle normative sui sub-appalti e un aumento del numero di controlli, anche di notte e nei festivi. La Confederazione ritiene che la mancanza di controlli efficaci e tempestivi favorisca il numero di morti sul lavoro.
La situazione in Lombardia
La Cub cita il caso della Lombardia, dove negli ultimi giorni si sono verificati tre incidenti mortali sul lavoro. Questo dato evidenzia l’urgenza di intervenire per contrastare il fenomeno dei morti sul lavoro in tutte le regioni italiane. La Cub ritiene che la sicurezza sul lavoro sia un diritto fondamentale e che la politica debba assumere un ruolo centrale nella sua tutela.
La necessità di un cambiamento culturale
L’appello della Cub per una lotta “concreta” contro i morti sul lavoro solleva un tema di grande rilevanza sociale. La sicurezza sul lavoro non è solo una questione di leggi e controlli, ma anche di cultura e di responsabilità. È necessario un cambio di mentalità da parte di tutti gli attori coinvolti, dai datori di lavoro ai lavoratori, passando per le istituzioni. Solo con un impegno collettivo sarà possibile ridurre il numero di vittime sul lavoro.