Coe in lizza per la presidenza del CIO
L’annuncio è arrivato direttamente dal CIO: Sebastian Coe, due volte campione olimpico e attuale presidente di World Athletics, è uno dei sette candidati a succedere a Thomas Bach alla guida del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). La sfida per la presidenza si terrà nel marzo 2025, con le elezioni in programma tra il 18 e il 21 marzo in Grecia, durante il Congresso del CIO.
Coe, figura di spicco nel mondo dello sport, ha già ricoperto ruoli di grande responsabilità. Oltre ai suoi successi atletici, è stato anche il principale organizzatore dei Giochi Olimpici di Londra 2012, dimostrando una profonda conoscenza del movimento olimpico e delle sue sfide.
Gli altri candidati
Oltre a Coe, altri nomi importanti si sono fatti avanti per la corsa alla presidenza del CIO. Tra questi spiccano David Lappartient, attuale presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), e Juan Antonio Samaranch junior, figlio dello storico presidente del CIO, Juan Antonio Samaranch.
Completano il quadro dei candidati il Principe Feisal Al Hussein, fratello del Re di Giordania, Kirsty Coventry, Johan Eliasch e Morinari Watanabe.
Il passaggio di testimone
Thomas Bach, attuale presidente del CIO dal 2013, ha annunciato la sua intenzione di non ricandidarsi dopo le Olimpiadi di Parigi. La sua presidenza ha visto il CIO affrontare sfide importanti, come la pandemia di COVID-19 e la crescente pressione per una maggiore trasparenza e responsabilità.
La scelta del nuovo presidente del CIO sarà un momento cruciale per il futuro del movimento olimpico. Il nuovo leader dovrà affrontare le sfide del mondo contemporaneo e garantire la sostenibilità e la crescita dello sport a livello globale.
Un futuro incerto per il CIO
La corsa alla presidenza del CIO si presenta come una sfida complessa e ricca di incognite. La scelta del nuovo leader avrà un impatto significativo sul futuro del movimento olimpico. Sarà fondamentale che il nuovo presidente sia in grado di affrontare le sfide del mondo contemporaneo, come la crescente polarizzazione politica, i cambiamenti climatici e la diffusione di disinformazione, garantendo al contempo la sostenibilità e la crescita dello sport a livello globale.