L’appello del Papa per la pace in Palestina e Israele
Papa Francesco, durante l’Angelus domenicale, ha rivolto un accorato appello per la fine del conflitto in Palestina e Israele, esprimendo la sua profonda preoccupazione per le conseguenze della guerra. Il Pontefice ha ricordato la tragica morte di sei ostaggi israeliani, trovati morti in un tunnel di Hamas, e ha chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in mano al gruppo terroristico.
“Penso a Hersh Goldberg-Polin, trovato morto a inizio settembre, insieme ad altri cinque ostaggi, a Gaza”, ha detto Francesco, ricordando la vicenda che ha suscitato profonda commozione in Israele. “Nel novembre dell’anno scorso, avevo incontrato la madre, Rachel, che mi ha colpito per la sua umanità. L’accompagno in questo momento”.
Il Papa ha poi rivolto un appello accorato per la pace: “Prego per le vittime e continuo ad essere vicino a tutte le famiglie degli ostaggi. Cessi il conflitto in Palestina e Israele! Cessino le violenze, cessino gli odi! Si rilascino gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzioni di pace”.
La preoccupazione del Papa per le guerre nel mondo
Francesco ha poi allargato il suo sguardo al mondo, ricordando le guerre che insanguinano il pianeta. “Non dimentichiamo le guerre che insanguinano il mondo”, ha detto il Papa. “Penso alla martoriata Ucraina, al Myanmar, penso al Medio Oriente. Quante vittime innocenti! Penso alle mamme che hanno perso figli in guerra. Quante giovani vite stroncate!”.
Il Pontefice ha espresso la sua preoccupazione per la situazione in Ucraina, in Myanmar e in Medio Oriente, sottolineando il dramma delle vittime innocenti e il dolore delle famiglie che hanno perso i propri cari. “Alcune volte credo che una guerra è troppo, troppo”, aveva detto Francesco venerdì scorso durante la conferenza stampa in aereo al ritorno da Singapore. “Mi scuso nel dire questo, ma non trovo che si facciano i passi per fare la pace”.
Il ricordo di Hersh Goldberg-Polin e la testimonianza della madre
Il Papa ha poi ricordato la vicenda di Hersh Goldberg-Polin, uno dei sei ostaggi trovati morti, e la testimonianza della madre Rachel. “Mio figlio Hersh Goldberg-Polin ha 23 anni, ama la musica, ama girare il mondo. Il 7 ottobre era a un festival in Israele, a cui è andato perché gli era stato venduto come momento di pace e di connessione. Sono 230 giorni che è distante da noi”, aveva detto la madre Rachel dal palco della convention democratica Usa di Chicago, ad agosto. Hersh però non ce l’ha fatta: sarebbe stato ucciso insieme con gli altri cinque poco prima che le truppe israeliane li raggiungessero. La notizia è stata diffusa l’1 settembre.
La vicinanza del Papa alle popolazioni colpite dal tifone
Il Papa ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni del Vietnam e del Myanmar, colpite da un violento tifone che ha causato inondazioni. “Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni del Vietnam e del Myanmar, che soffrono a causa delle inondazioni provocate da un violento tifone. Prego per i defunti, per i feriti e gli sfollati. Dio sostenga quanti hanno perso i loro cari e la loro casa, e benedica quanti stanno portando aiuto”, ha detto Francesco.
La Giornata dei malati di Sla in Italia
Infine, il Papa ha ricordato la Giornata dei malati di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) celebrata in Italia. “Oggi in Italia si celebra la Giornata dei malati di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Assicuro un ricordo nella preghiera per loro e per i familiari; incoraggio il lavoro di ricerca su questa patologia e le associazioni di volontariato”, ha concluso Francesco.
Il ruolo della Chiesa nella ricerca della pace
L’appello di Papa Francesco per la pace in Palestina e Israele rappresenta un forte segnale di speranza e di impegno per la risoluzione del conflitto. La Chiesa, attraverso la voce del Papa, si pone come mediatore e promotore di dialogo e di pace, invitando tutte le parti in causa a ricercare soluzioni pacifiche e a porre fine alle violenze. La Chiesa si impegna a essere un punto di riferimento per le vittime della guerra, offrendo conforto e sostegno alle famiglie colpite dal conflitto.