Le accuse di Crosetto e la reazione di Mantovano
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso pubblicamente la sua insoddisfazione nei confronti dell’Aise, accusando il servizio di “mancate informazioni che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale”. Crosetto ha riferito di aver contestato in più occasioni il mancato supporto informativo da parte dell’Aise, evidenziando una “frattura” tra le due istituzioni. Le sue dichiarazioni hanno suscitato immediata preoccupazione a Palazzo Chigi, con l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, che ha subito espresso la sua piena fiducia nel direttore dell’Aise, Gianni Caravelli, garantendo sulla “lealtà alle istituzioni” del servizio. Mantovano ha anche sottolineato la “piena collaborazione” tra l’intelligence e il ministero della Difesa, guidato da Crosetto.
Il ruolo del Copasir e le possibili audizioni
Il caso è stato portato all’attenzione del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che ha annunciato l’intenzione di svolgere audizioni per chiarire la situazione. Il presidente del Copasir, Adolfo Urso, ha espresso la necessità di approfondire la questione, in particolare per comprendere le ragioni delle preoccupazioni espresse da Crosetto e per valutare l’impatto delle sue dichiarazioni sulla sicurezza nazionale. Il Comitato potrebbe convocare in audizione i protagonisti della vicenda, tra cui Mantovano, Crosetto, Caravelli e il procuratore Raffaele Cantone.
Le dichiarazioni di Crosetto e il sospetto di spionaggio
Crosetto ha sollevato dubbi anche sulla possibile origine di alcune fughe di notizie che lo riguardano, tra cui la mancata assunzione della moglie all’Aise e la casa in affitto. Il ministro ha espresso il sospetto che qualcuno all’interno dell’Aise possa averlo ritenuto “responsabile di mancate conferme in posizioni di vertice in società partecipate di Stato”. In merito a un’altra serie di articoli che hanno rivelato informazioni sui suoi guadagni e sui rapporti con l’imprenditore Carmine Saladino, Crosetto ha ipotizzato un’attività di “accertamenti particolarmente invasivi”, non escludendo il coinvolgimento di servizi stranieri. Il ministro ha dichiarato di aver discusso di queste preoccupazioni con la premier Giorgia Meloni, con Mantovano e con i direttori dei servizi, ma ha comunque ritenuto necessario rivolgersi al procuratore per esprimere i suoi dubbi.
Le reazioni politiche e le implicazioni del caso
Le dichiarazioni di Crosetto hanno suscitato reazioni diverse nel panorama politico. Enrico Borghi (Iv), membro del Copasir, ha definito lo scontro tra l’Autorità delegata e il ministro della Difesa “plateale”, mentre Walter Verini (Pd) ha parlato di “ombra grave” che incombe sui servizi. Crosetto ha smentito la presenza di uno scontro, assicurando la sua piena disponibilità a riferire al Copasir. Il caso ha suscitato preoccupazione per la possibile infedeltà di 007 nazionali e per il potenziale coinvolgimento di servizi stranieri, sollevando questioni delicate sulla sicurezza nazionale e sulla fiducia nei confronti delle istituzioni.
Considerazioni sul caso
Il caso Crosetto-Aise solleva una serie di interrogativi sul funzionamento dei servizi di intelligence in Italia. Le accuse del ministro della Difesa, seppur non ancora confermate, gettano un’ombra sulla trasparenza e sulla lealtà all’interno del comparto intelligence. La necessità di audizioni da parte del Copasir dimostra la gravità della situazione e la necessità di un’indagine approfondita per chiarire i fatti e ripristinare la fiducia nelle istituzioni.