La Cgil contro la “svendita” delle partecipate
La Cgil ha espresso una forte critica alla strategia del Governo di privatizzare le partecipate per far cassa, definendola “un’idea malsana” che avrebbe conseguenze negative per i cittadini e l’economia del Paese. Il sindacato ha analizzato le esperienze del passato e le possibili prossime mosse del Governo, bocciando il metodo delle privatizzazioni e chiedendo un confronto serio con il Governo.
Nel documento dell’Area della contrattazione, politiche industriali e politiche del lavoro del sindacato, si legge che le operazioni di privatizzazione, dopo le cessioni di quote di Mps e Eni, “colpiranno direttamente i cittadini e la salvaguardia della nostra economia”. La Cgil denuncia queste operazioni come “ingiustificate e inaccettabili”, sostenendo che la “svendita delle partecipate compromette un progetto di sviluppo industriale del Paese”.
Il rischio di perdere il controllo di aziende strategiche
La Cgil evidenzia il rischio di perdere il controllo di aziende strategiche per il Paese, come Eni, Poste e Mps. Il sindacato mette in guardia contro la cessione di quote di Fs, definendola “una scelta sbagliata e potenzialmente dannosa”.
Il documento della Cgil sottolinea l’importanza di mantenere il controllo su aziende strategiche per il Paese, come Poste, per tutelare “occupazione, rete degli uffici postali e qualità dei servizi ai cittadini, raccolta del risparmio per Cdp”.
L’analisi economica della Cgil
L’analisi della Cgil evidenzia che l’intenzione del governo di non perdere il controllo delle imprese dove ha la maggioranza limita fortemente il numero e l’entità delle operazioni possibili. Si può ottenere una cifra che difficilmente arriva a 10 miliardi, e sarebbe comunque “non conveniente finanziariamente perché in parte farebbe perdere allo Stato la possibilità di partecipare ai profitti di queste imprese”.
Il documento della Cgil analizza conti alla mano, per aziende come Eni e Poste, calcolando quanto lo Stato potrebbe incassare nell’immediato cedendo quote ma anche quanto di conseguenza perderebbe anno per anno in mancati dividendi.
Il circolo vizioso delle privatizzazioni
La Cgil critica il metodo delle privatizzazioni, sottolineando che “Aziende che erano state privatizzate sono ora in fase di ripubblicizzazione o soggette a forte intervento pubblico, come Alitalia, Autostrade e Ilva, per non parlare dei ritardi e dei costi per la catastrofe della privatizzazione di Telecom”.
Il sindacato definisce questa situazione “un circolo vizioso”, e invita a “evitare di ripetere gli errori del passato”.
La necessità di un confronto serio
L’appello della Cgil per un confronto serio con il Governo è un segnale importante. È fondamentale che le decisioni su temi così delicati come la privatizzazione di aziende strategiche siano prese con un’attenta valutazione delle conseguenze economiche e sociali, e con la partecipazione di tutti gli attori interessati. Un confronto aperto e trasparente permetterebbe di individuare le soluzioni migliori per il Paese, evitando gli errori del passato.