Ilva: la corsa per gli asset entra nel vivo
Il tempo stringe per l’ex Ilva: entro venerdì 20 settembre dovranno essere presentate le manifestazioni di interesse per gli asset del gruppo. Dopo l’interesse manifestato da Emma Marcegaglia, presidente e ad di Marcegaglia Holding, durante il Forum Ambrosetti, si vocifera di un possibile ingresso in campo del colosso giapponese Nippon Steel.
Secondo indiscrezioni, un contatto a livello diplomatico tra l’ambasciata nipponica e il governo italiano sarebbe avvenuto proprio a Cernobbio.
Il bando che regola la presentazione delle manifestazioni di interesse richiede un impegno per lo sviluppo della società e delle controllate, ma anche per la decarbonizzazione e il mantenimento dei livelli occupazionali. Saranno valutate anche le misure di compensazione per le comunità locali.
La preferenza sarà data alle offerte uniche per l’intero gruppo, ma non è esclusa la possibilità di uno ‘spezzatino’ per la vendita dei singoli asset, se necessario.
Chi sono i contendenti?
Attualmente, le aziende interessate sono sette, includendo i giapponesi. Oltre a Marcegaglia e Arvedi, si contano le indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont, il gruppo ucraino Metinvest, la canadese Stelco e, appunto, Nippon Steel. Le aziende potranno formare delle cordate in un momento successivo alla presentazione delle manifestazioni di interesse. Le offerte vincolanti sono attese per fine novembre.
Il futuro dell’Ilva: un’opportunità o un rischio?
La vicenda Ilva rappresenta un caso complesso che pone sfide importanti per l’Italia. La ricerca di un acquirente per l’ex colosso siderurgico è un’occasione per rilanciare un settore strategico, ma richiede un attento bilanciamento tra interessi economici, sociali e ambientali. La scelta dell’investitore dovrà essere ponderata, tenendo conto degli impegni richiesti dal bando e delle reali capacità di un’azienda di rilanciare l’Ilva in modo sostenibile e responsabile.