L’emozione permanente di essere ct
“Essere ct della nazionale per me è un’emozione permanente”. Con queste parole Luciano Spalletti, commissario tecnico dell’Italia, ha espresso la sua profonda passione per il ruolo che ricopre durante l’evento a Villa Madama per il lancio della Prima Edizione della “Giornata dello Sport Italiano nel Mondo”.
“In famiglia mi dicono che sia troppo, ma io vado a letto con quel pensiero e mi ci risveglio – ha aggiunto -. Mi vedo come una persona che deve far trasparire l’impegno quotidiano per questo sport”.
Un legame profondo con lo sport e con i giovani
Spalletti ha poi sottolineato il suo forte legame con lo sport e con i giovani, ricordando la sua infanzia e il suo amore per il calcio: “Io ero il bambino che oggi ritrovo al rientro in hotel o scendendo dal pullman della nazionale, che ci aspetta lì con sole e pioggia. So quindi cosa si aspettano quei bambini, perché vivo le stesse emozioni di quando ero piccolo”.
Il ct ha poi rivelato di aver sempre sognato di essere in questa posizione: “Ho sempre sognato di essere in questa posizione e non mi riesce da prendere con tranquillità ed equilibrio, ma strada facendo ho imparato delle cose”.
Un messaggio di passione e dedizione
Le parole di Spalletti trasmettono un messaggio di grande passione e dedizione per il suo lavoro. La sua esperienza come ct non è solo un incarico, ma una vera e propria missione che lo coinvolge a 360 gradi, un sogno che si realizza ogni giorno. La sua capacità di connettersi con i giovani e di vivere le stesse emozioni di quando era bambino dimostra la sua profonda umanità e la sua capacità di ispirare le nuove generazioni.