La posizione russa
L’ambasciatore russo Alexey Paramonov ha respinto le critiche della Farnesina sul caso degli inviati Rai inseriti nella lista dei ricercati in Russia. Il diplomatico ha definito la posizione degli organi competenti russi “legittima”, sostenendo che la Russia tratta con grande riguardo i giornalisti che operano in zone ad alto rischio, ma che devono rispettare le regole.
Secondo l’ambasciata russa, gli inviati Rai sono stati inseriti nella lista dei ricercati perché si sono introdotti “illegalmente sul territorio russo” di Kursk “unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica”.
La Farnesina aveva espresso “sorpresa” per questa decisione, ma l’ambasciatore Paramonov ha ribadito la legittimità della posizione russa.
Il contesto della vicenda
La vicenda degli inviati Rai inseriti nella lista dei ricercati in Russia si inserisce in un contesto di crescente tensione tra i due Paesi, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. La Russia ha accusato l’Ucraina di condurre “operazioni terroristiche” nel suo territorio, e ha intensificato la repressione contro i dissidenti e i giornalisti che criticano il regime di Putin.
Il caso degli inviati Rai solleva interrogativi sulla libertà di stampa in Russia e sulla sicurezza dei giornalisti che operano in zone di conflitto. La Russia ha sempre sostenuto di garantire la libertà di stampa, ma le accuse di “terrorismo” e le azioni repressive contro i giornalisti indipendenti mettono in dubbio questa affermazione.
Considerazioni personali
La vicenda degli inviati Rai in Russia è un esempio di come il conflitto in Ucraina stia influenzando le relazioni tra i Paesi e la libertà di stampa. È importante che la Russia garantisca la sicurezza dei giornalisti e rispetti la libertà di informazione, ma è anche importante che i giornalisti operino in modo responsabile e rispettino le leggi del Paese in cui si trovano.