Accuse di falsificazione dei verbali
Il procuratore generale del Venezuela, Tarek William Saab, fedele al presidente Nicolas Maduro, ha accusato l’opposizione di aver “falsificato” i verbali delle elezioni del 28 luglio pubblicati su un sito web. Secondo Saab, i registri di conteggio raccolti dai testimoni nei seggi presentano irregolarità e non sono stati presentati alla Corte Suprema per la presunta perizia con cui sarebbero stati convalidati i risultati del voto. Il magistrato ha affermato che i verbali contengono “registri di persone che non hanno votato, di persone decedute che hanno votato, di persone che hanno votato per un candidato e si sono presentate per un altro”, senza però fornire prove a riguardo.
Responsabilità per le morti nelle proteste
Saab si è anche rifiutato di considerare lo Stato responsabile per le morti avvenute nelle proteste scoppiate nel Paese contro la rielezione di Maduro, che l’opposizione considera frutto di brogli. Il procuratore generale ha attribuito le responsabilità all’opposizione, sostenendo che “le ha uccise l’estrema destra” e che “non esiste una sola denuncia che colleghi qualcuno degli assassinati a qualche organismo di sicurezza dello Stato venezuelano”, come la Polizia o il Sebin.
Considerazioni personali
Le accuse del procuratore generale del Venezuela sono gravi e richiedono un’analisi attenta. È importante ricordare che Saab è un funzionario fedele al governo di Maduro, e le sue dichiarazioni devono essere valutate con cautela. Le accuse di falsificazione dei verbali elettorali dovrebbero essere supportate da prove concrete e verificabili. Allo stesso tempo, è fondamentale indagare sulle responsabilità per le morti nelle proteste e garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia, indipendentemente dalla loro affiliazione politica.