Il nuoto dei besanosauri: un’anguilla con la coda di un tonno
I besanosauri, grandi rettili marini preistorici vissuti 240 milioni di anni fa, si sono distinti per un’abilità di nuoto unica che li rendeva predatori formidabili. Lo studio di scheletri di questi animali, appartenenti al gruppo degli ittiosauri (non imparentati con i dinosauri), ha svelato un’anatomia che combinava la flessibilità di un’anguilla con la potenza di un tonno.
La ricerca, condotta da un team internazionale di paleontologi e pubblicata su Swiss Journal of Paleontology, ha analizzato gli scheletri di tre esemplari conservati all’Università di Zurigo e quello del più antico e famoso ittiosauro italiano, scoperto a Besano (Varese) nel 1993 e conservato al Museo di Storia Naturale di Milano.
Grazie anche alla tecnologia TAC, i paleontologi hanno ricostruito in 3D lo scheletro del besanosauro italiano, confrontandolo con quelli degli esemplari svizzeri. Questo ha permesso di scoprire che la colonna vertebrale, formata da oltre 200 vertebre, rendeva il corpo molto allungato, quasi anguilliforme.
Ma la vera particolarità dei besanosauri risiedeva nelle loro pinne. Le pinne anteriori, più lunghe, erano formate da ossa arrotondate distanziate da abbondante tessuto cartilagineo, come nelle orche e in altri cetacei. Le pinne posteriori, invece, erano formate da quattro dita ravvicinate tra loro a formare palette più rigide, che funzionavano come timoni.
“Le pinne anteriori e posteriori sono completamente diverse: se non fossero attaccate allo stesso corpo nessuno crederebbe che appartengono a una sola specie”, afferma Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano.
Un’altra sorpresa è emersa dall’analisi della coda: non era dritta, ma a forma di falce asimmetrica, con il lobo superiore assai più corto di quello inferiore.
“Tutte queste appendici avevano una precisa funzione idrodinamica”, spiega Gabriele Bindellini, che ha svolto un dottorato all’Università Statale di Milano. “Servivano per manovrare e cambiare rapidamente direzione; questo consentiva al Besanosauro di inseguire e catturare piccole prede velocissime come calamari e pesci di mare aperto. Altre specie di ittiosauri a lui contemporanee non erano in grado di farlo.”
Un’anatomia unica per una strategia di caccia efficace
La combinazione di un corpo allungato, pinne anteriori flessibili e pinne posteriori rigide, e una coda a forma di falce asimmetrica, ha conferito ai besanosauri un’agilità e una velocità di manovra ineguagliabili. Questa anatomia unica ha permesso loro di diventare predatori efficaci in un ambiente marino ricco di prede veloci.
La scoperta di questa particolare strategia di nuoto apre nuove prospettive sulla comprensione dell’evoluzione dei rettili marini e del loro adattamento all’ambiente acquatico. La capacità di cambiare direzione rapidamente, unita alla loro struttura corporea idrodinamica, ha permesso ai besanosauri di prosperare in un mondo sottomarino in continua evoluzione.
Un’eredità evolutiva
La scoperta del particolare stile di nuoto dei besanosauri ci offre un’interessante prospettiva sull’evoluzione dei rettili marini. La loro capacità di combinare la flessibilità di un’anguilla con la potenza di un tonno dimostra come l’adattamento all’ambiente possa portare a soluzioni anatomiche sorprendenti e innovative. Questo studio ci ricorda che la natura è una maestra di ingegno, e che l’evoluzione è un processo continuo di adattamento e perfezionamento.