Nuovo reato di ‘occupazione arbitraria’ nel ddl sicurezza
L’Aula della Camera ha dato il via libera senza modifiche all’articolo 10 del ddl sicurezza, introducendo un nuovo reato nell’ordinamento italiano: l’occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui, con il codice 634-bis. La norma prevede pene severe, con la reclusione da due a sette anni per chiunque occupi o detenga senza titolo un immobile altrui, mediante violenza o minaccia, o impedisca il rientro del proprietario o di chi lo detiene legittimamente. L’articolo si applica anche a chi si appropria di un immobile con artifizi o raggiri o lo cede ad altri.
L’emendamento prevede anche l’articolo 321-bis, che consente alle forze dell’ordine di intervenire in tempi rapidi per lo sgombero su indicazione del giudice.
Critiche delle opposizioni: norma superflua e potenzialmente dannosa
Le opposizioni hanno criticato duramente l’articolo 10, definendolo superfluo e potenzialmente dannoso per le persone in difficoltà economica. Secondo i critici, il reato è già contemplato da altri articoli del codice penale, e la nuova norma rischia di colpire anche la ‘morosità incolpevole’, ovvero le persone che non riescono a pagare l’affitto a causa di situazioni di difficoltà economica come la perdita del lavoro. Marco Lacarra del Pd ha definito la norma ‘fatta solo per un titolo di giornale’, sottolineando che il rischio è di criminalizzare le persone in difficoltà anziché affrontare le cause profonde del problema.
Considerazioni sul nuovo reato di ‘occupazione arbitraria’
L’introduzione di un nuovo reato di ‘occupazione arbitraria’ nel ddl sicurezza solleva diverse questioni. Da un lato, è comprensibile la necessità di tutelare il diritto di proprietà e di garantire la sicurezza dei cittadini. Dall’altro, è importante considerare le possibili conseguenze negative per le persone in difficoltà economica, che potrebbero trovarsi in situazioni di vulnerabilità e di esclusione sociale. È fondamentale che la legge sia applicata con equità e che si tenga conto delle situazioni individuali, evitando di criminalizzare chi si trova in difficoltà a causa di circostanze sfavorevoli.