Una doppia vittoria per la giustizia fiscale
La Commissione Europea ha ottenuto una storica doppia vittoria in tribunale nella sua battaglia contro le Big Tech. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha condannato Apple a pagare 13 miliardi di euro all’Irlanda per aiuti di Stato illegittimi, sotto forma di tasse non versate. In un’altra sentenza, Google è stata multata di 2,4 miliardi di euro per abuso di posizione dominante nel settore dello shopping online. La commissaria UE alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha definito la sentenza una “grande vittoria per i cittadini europei e per la giustizia fiscale”.
La sentenza più significativa riguarda Apple. La Corte ha rovesciato la decisione di primo grado e ha ordinato a Mountain View di versare all’Irlanda i 13 miliardi di euro in imposte che erano stati bloccati in un conto dal 2016. La Commissione accusava Apple di aver beneficiato di accordi fiscali con Dublino che le hanno permesso di pagare un’aliquota fiscale inferiore all’1% fino al 2014. Apple ha interrotto questa pratica nel 2014, dopo un intervento della Commissione che ha portato a una modifica delle regole fiscali in Irlanda.
La sentenza contro Apple è epocale e inverte un trend di sconfitte dell’esecutivo UE in materia fiscale. Lo scorso anno, i giudici di Lussemburgo avevano dato ragione ad Amazon su 250 milioni di tasse che la Commissione voleva che pagasse in Lussemburgo, e in precedenza a Starbucks per 30 milioni di tasse da versare all’Olanda.
Apple ha reagito alla sentenza affermando che la Commissione “sta cercando di cambiare retroattivamente le regole” fiscali e ha sottolineato che “il nostro reddito era già soggetto a imposte negli Stati Uniti”. Il CEO di Apple, Tim Cook, aveva in passato bollato l’intervento di Bruxelles come “robaccia politica”.
Anche la sentenza contro Google è stata definita “epocale” dalla vicepresidente della Commissione Europea. La Corte ha condannato Google per aver dato maggior visibilità ai propri servizi di shopping nella ricerca online, in violazione delle regole antitrust dell’UE. Google ha espresso delusione per la sentenza, affermando di aver apportato modifiche nel 2017 per conformarsi alla decisione della Commissione.
La sentenza contro Apple avrà un impatto significativo sul bilancio della società. Apple ha dichiarato che la conferma della decisione del 2016 della Commissione comporterà un onere fiscale “una tantum” fino a 10 miliardi di dollari nel quarto trimestre dell’esercizio fiscale, facendo salire l’aliquota fiscale effettiva della società per il trimestre.
Queste sentenze rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro l’evasione fiscale e gli abusi di posizione dominante da parte delle Big Tech. La Commissione Europea ha dimostrato di essere determinata a far rispettare le regole antitrust e fiscali dell’UE, anche nei confronti delle società più potenti del mondo.
Le implicazioni della sentenza
La sentenza contro Apple è stata accolta con soddisfazione da molti osservatori, che la considerano un passo importante nella lotta contro l’evasione fiscale da parte delle multinazionali. La decisione potrebbe aprire la strada a una maggiore trasparenza fiscale e a una maggiore equità nella distribuzione del carico fiscale. Tuttavia, la sentenza ha anche suscitato alcune critiche, con alcuni che sostengono che la Commissione Europea sta usando il suo potere in modo eccessivo e che le sue azioni potrebbero scoraggiare gli investimenti in Europa.
La sentenza contro Google potrebbe avere un impatto significativo sul mercato della ricerca online. Google potrebbe essere costretta a modificare il modo in cui presenta i risultati di ricerca, dando maggiore visibilità ai concorrenti. Tuttavia, è ancora presto per dire quali saranno le conseguenze reali di questa sentenza.
In generale, queste sentenze dimostrano che la Commissione Europea è determinata a far rispettare le regole antitrust e fiscali dell’UE, anche nei confronti delle società più potenti del mondo. Resta da vedere se queste sentenze avranno un impatto significativo sul comportamento delle Big Tech in futuro.
Un’analisi delle motivazioni
La Commissione Europea ha accusato Apple di aver beneficiato di accordi fiscali con Dublino che le hanno permesso di pagare un’aliquota fiscale inferiore all’1% fino al 2014. Questi accordi, secondo la Commissione, costituivano aiuti di Stato illegittimi, in quanto davano ad Apple un vantaggio competitivo rispetto alle altre società. La Commissione ha sostenuto che Apple ha utilizzato una struttura aziendale complessa per spostare i profitti in Irlanda, dove ha pagato un’aliquota fiscale molto bassa.
La Commissione ha accusato Google di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato della ricerca online, dando maggior visibilità ai propri servizi di shopping nella ricerca online. La Commissione ha sostenuto che Google ha utilizzato questa pratica per favorire i propri servizi e danneggiare i concorrenti.
Le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea confermano che la Commissione Europea ha ragione. La Corte ha stabilito che gli accordi fiscali tra Apple e l’Irlanda erano aiuti di Stato illegittimi e che Google ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della ricerca online. Queste sentenze sono un passo importante nella lotta contro l’evasione fiscale e gli abusi di posizione dominante da parte delle Big Tech.
Riflessioni sul futuro delle Big Tech
Queste sentenze rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro l’evasione fiscale e gli abusi di posizione dominante da parte delle Big Tech. La Commissione Europea ha dimostrato di essere determinata a far rispettare le regole antitrust e fiscali dell’UE, anche nei confronti delle società più potenti del mondo. Tuttavia, è ancora presto per dire se queste sentenze avranno un impatto significativo sul comportamento delle Big Tech in futuro. È possibile che le Big Tech cerchino di trovare nuovi modi per evitare le regole dell’UE, o che si adattino alle nuove regole per continuare a operare in Europa. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione in futuro.