La verità di Huppert: non c’è stata unanimità
Isabelle Huppert, presidente di giuria a Venezia 81, ha rivelato con grande franchezza che non c’è stata unanimità nella scelta dei vincitori. “Non c’è stata unanimità”, ha dichiarato durante l’incontro stampa dopo la serata finale, sottolineando la complessità del processo decisionale.
Il Leone d’oro a Almodovar: un film umano e profondo
La presidente ha poi espresso il suo apprezzamento per il film di Pedro Almodovar, “La stanza accanto”, vincitore del Leone d’oro. “Quello di Almodovar era un film straordinario, perché era umano e ti faceva capire bene quanto sia importante la vita e difficile scegliere se continuare a vivere o morire. E poi mi piace come Almodovar tratta gli argomenti”, ha commentato Huppert, evidenziando l’intensità emotiva e la profondità tematica del film.
Il Leone d’argento a Vermiglio: la poesia del film italiano
Per quanto riguarda il film italiano, “Vermiglio” di Laura Delpero, vincitore del Leone d’argento, Huppert ha sottolineato l’elemento chiave che ha convinto la giuria: “È prevalso nel giudizio la poesia. Un film in cui si vedono crescere i figli osservare la natura, avere quello sguardo verso le stagioni e gli animali ci ha conquistato”.
Il processo decisionale: un delicato equilibrio tra convinzioni
Quando le è stato chiesto come si ricuce il giudizio in caso di non unanimità, la presidente della giuria ha sorriso e ha risposto: “Si cerca di convincere l’altro, ma la capacità di farlo è estremamente soggettiva, così succede che a volte siamo noi a convincere e altre volte succede esattamente il contrario”. Queste parole rivelano la complessità del lavoro di una giuria, in cui la sensibilità individuale e la capacità di persuasione giocano un ruolo fondamentale.
Un’analisi del processo decisionale
L’affermazione di Huppert sulla mancanza di unanimità è significativa. Ci ricorda che la valutazione artistica è soggettiva e che il processo decisionale di una giuria è un delicato equilibrio tra opinioni diverse. La sua descrizione del film di Almodovar come “umano” e “profondo” e del film di Delpero come “poetico” offre una chiave di lettura per comprendere le scelte della giuria, che ha premiato film capaci di toccare le corde emotive del pubblico e di suscitare riflessioni profonde.