Un’eredità di cambiamento
Le Paralimpiadi di Parigi hanno lasciato un’impronta profonda, non solo per le straordinarie prestazioni degli atleti, ma anche per il messaggio di speranza e inclusione che hanno diffuso. Il Ministro per la disabilità, Alessandra Locatelli, sottolinea come queste dimostrazioni di capacità siano in linea con la riforma sulla disabilità in atto, che punta a cambiare il modo in cui le persone con disabilità sono viste e trattate.
“Le Paralimpiadi ci dicono che le cose stanno cambiando”, afferma il Ministro. “Stanno cambiando la possibilità e le opportunità che vengono date alle persone di dimostrare quanto valgono per le loro potenzialità, senza essere valutate per i loro limiti.”
La riforma, che introduce il Progetto di vita e rivoluziona la presa in carico delle persone con disabilità, si basa su un cambio culturale profondo. “Attraverso questa riforma noi cancelliamo da tutte le leggi le parole “handicappato” e “portatore di handicap”, termini che sono obsoleti e magari richiamano categorie che hanno più bisogno di assistenzialismo e di aiuto piuttosto che la valorizzazione stessa della persona, e li sostituiamo con “persona con disabilità”. Sembra una cosa da poco ma in realtà si accompagna un cambio culturale molto importante iniziato già da qualche tempo ma che noi vogliamo spingere ancora di più superando la frammentazione tra le risposte sanitarie, socio sanitarie e sociali per arrivare a dire che ogni persona ha il diritto di avere momenti ricreativi, sociali e sportivi, come dimostrano i nostri atleti: tutto questo concorre alla dignità della persona.”
L’eredità concreta
Ma quali sono le ricadute concrete di questa riforma? Il Ministro Locatelli, pur evitando di fare proclami, sottolinea come la riforma si basi sui principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia 15 anni fa.
“Si lavora sulla presa in carico della persona dal punto di vista anche dei territori”, spiega il Ministro. “Per esempio, un aspetto molto pratico che alle famiglie interessa molto, è che si cancellano le visite di rivedibilità delle commissioni che valutano l’invalidità civile. Questo aspetto ha una portata innovativa, rivoluzionaria, perché spesso queste visite erano umilianti per la persona e per la sua famiglia.”
L’entusiasmo delle medaglie e la speranza per il futuro
Il Ministro Locatelli, emozionata dalla partecipazione alle Paralimpiadi, ha espresso la sua ammirazione per tutti gli atleti italiani, sottolineando come ogni prestazione meriti rispetto e riconoscimento.
“Credo che tutte le prestazioni, non solo le medaglie, meritino di essere rispettate per il tipo di approccio e il tipo di risultato che le persone stanno dando”, afferma il Ministro. “Vuol dire che c’è speranza per il futuro e che se noi offriamo e siamo in grado di fornire occasioni, anche una persona che ha subito un incidente grave o ha una patologia complessa se ha l’occasione di fare sport puo’ arrivare ai massimi livelli. In altri casi potrebbe essere fondamentale offrirgli l’opportunità di esprimersi attraverso il lavoro, l’arte, o attraverso un altro tipo di attività che gli piace e che puo’, con le proprie competenze, raggiungere la massima espressione. Ecco noi dobbiamo portare a casa da questa esperienza questo nuovo sguardo: dobbiamo poter offrire nuove opportunità, investire su ogni persona per i suoi talenti e le sue competenze.”
Inclusione e futuro
Il Ministro Locatelli ha poi affrontato il tema dell’inclusione nella scuola, sottolineando l’impegno del Ministro Valditara per una riforma che favorisca l’integrazione degli studenti con disabilità.
In conclusione, il Ministro ha espresso la sua profonda commozione per l’esperienza delle Paralimpiadi, definendola “una emozione grandissima”. “Il momento più bello è stato durante la cerimonia quando ho visto l’ingresso dei nostri ragazzi, ancora adesso mi commuovo se ci penso, è stata una emozione grande vederli arrivare con una energia e un entusiasmo che mi hanno contagiato.”
Un’eredità di cambiamento e di speranza
Le Paralimpiadi di Parigi rappresentano un momento di svolta per l’inclusione delle persone con disabilità. La riforma in atto, che si basa su un cambio culturale profondo, è un passo importante verso una società più equa e inclusiva. La speranza è che questa eredità non si limiti alle parole, ma si traduca in azioni concrete che garantiscano a tutti le stesse opportunità di crescita e di realizzazione.