La fine di un’epoca per il Partito Sardo d’Azione
Il Partito Sardo d’Azione, fondato nel 1921 da Camillo Bellieni, Emilio Lussu e altri ex combattenti della Brigata Sassari, ha vissuto un momento storico con la sua sparizione dall’emiciclo del Consiglio regionale della Sardegna. Con l’addio degli ultimi tre consiglieri regionali eletti nel febbraio scorso, il partito non ha più una rappresentanza nella massima istituzione regionale. Questa è la prima volta nella storia autonomistica della Sardegna che il Partito Sardo d’Azione non ha rappresentanti in Consiglio regionale.
Il partito, il più anziano e longevo in Italia, ha attraversato momenti difficili nel corso della sua storia centenaria. Nonostante questo, il segretario nazionale ed ex presidente della Regione, Christian Solinas, ha affermato che il partito “è più vivo e vivace che mai”.
La parabola regionale del Partito Sardo d’Azione è iniziata nel 2018 con l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini per le elezioni politiche. Solinas è stato eletto senatore e il leader del Carroccio ha partecipato al congresso regionale del partito, suscitando critiche da parte delle correnti più a sinistra. Questa alleanza è stata definita “l’abbraccio mortale” da alcuni, portando alla candidatura e all’elezione di Solinas a presidente della Regione nel 2019. Il suo governo ha ottenuto sette seggi in Consiglio regionale.
Tuttavia, i malumori interni al gruppo consiliare non si sono fatti attendere, sfociando nell’addio di Franco Mula e Stefano Schirru alla fine della scorsa legislatura. Successivamente, i consiglieri Di Chessa, Maieli e Marras hanno annunciato la loro sospensione dal partito, seguiti dall’addio del vice segretario Quirico Sanna.
La scelta del candidato presidente alle Regionali, arrivata dopo un lungo braccio di ferro con Solinas che si ricandidava e gli alleati di centrodestra che spingevano per Truzzu, ha fatto traboccare il vaso.
Il partito ha riconfermato la linea del segretario Solinas all’ultimo congresso. Solinas ha liquidato la questione con il “becero trasformismo e l’utilitarismo” che ha motivato il cambio di casacca dei tre consiglieri, ora parte del gruppo degli Azzurri in Aula.
Un momento delicato per il Partito Sardo d’Azione
La sparizione del Partito Sardo d’Azione dall’emiciclo regionale segna un momento delicato per il partito. L’alleanza con la Lega e la successiva elezione di Solinas a presidente della Regione hanno diviso il partito e portato a tensioni interne. La scelta del candidato presidente alle Regionali ha ulteriormente aggravato la situazione, portando alla defezione di alcuni consiglieri e alla perdita della rappresentanza in Consiglio regionale.
La situazione attuale solleva interrogativi sul futuro del Partito Sardo d’Azione. Il partito è in grado di riprendersi da questo momento difficile e tornare a essere una forza politica rilevante in Sardegna? La risposta dipenderà dalla capacità del partito di ricompattare le proprie fila, di ridefinire la propria identità politica e di riconquistare la fiducia degli elettori.
Riflessioni sul futuro del Partito Sardo d’Azione
La sparizione del Partito Sardo d’Azione dall’emiciclo regionale è un evento significativo che apre un dibattito sul futuro del partito. La sua storia, ricca di momenti di gloria e di difficoltà, si interseca con la storia della Sardegna e dell’autonomia regionale. È un momento di riflessione per il partito, che deve affrontare le sfide del presente e ridefinire la propria identità politica per tornare a essere una forza rilevante in Sardegna. La capacità di ricompattare le proprie fila, di ridefinire la propria identità politica e di riconquistare la fiducia degli elettori saranno determinanti per il futuro del partito.