La storia di un giornalista e di una madre
A dieci anni dall’orribile morte del giornalista americano James Foley, rapito e poi decapitato in Siria dall’Isis il 19 agosto 2014, Colum McCann, autore di Apeirogon, racconta la storia di Jim in un libro potente: Una Madre (Feltrinelli). Scritto insieme a Diane Foley, la madre del giornalista, è una biografia, un giallo, e il primo libro di non fiction di McCann.
Il libro si apre con Diane Foley che si prepara ad incontrare uno degli assassini del figlio, Alexanda Kotey, condannato all’ergastolo. La domanda che aleggia è: potrà mai perdonarlo?
“Diane è una donna di fede straordinaria. Ha una forte formazione cattolica. Penso che lei, nel suo cuore, avesse già perdonato l’assassino di suo figlio, prima ancora di farlo in modo pubblico. Diane ce l’aveva di più contro il governo degli Stati Uniti che non con l’assassino di James, perché convinta che gli Stati Uniti si siano macchiati della colpa di essere rimasti inattivi, passivi”, dice McCann.
La storia di James Foley è anche una storia di fallimento politico e di un sistema che non ha saputo proteggere i suoi cittadini. McCann sottolinea come il governo degli Stati Uniti non abbia mai negoziato per il rilascio degli ostaggi, a differenza di altri governi, e come questo abbia portato alla morte di molti americani.
“Gli ostaggi italiani spesso riescono a tornare a casa. Gli irlandesi tornano a casa, i francesi vengono restituiti, gli spagnoli pure anche se i rispettivi governi pubblicamente non ammettono di iniziare trattative per il rilascio, ma la diplomazia è un dato di fatto. Come è un dato di fatto che il governo degli Usa non negozia né sopra né sotto il banco. Quindi gli ostaggi non rientrano a casa o meglio non rientravano”, sottolinea lo scrittore.
La storia di Diane Foley è quella di una madre che non si arrende. Dopo la morte del figlio, si è battuta per cambiare le politiche del governo degli Stati Uniti nei confronti degli ostaggi americani. “Dunque abbiamo una madre, suo figlio è stato catturato insieme a persone di altre nazionalità. Lei guarda il notiziario e giorno dopo giorno gli altri vengono rilasciati, suo figlio no. Lei si chiede, che cosa posso fare io? Dichiara a un certo punto, pubblicamente, che sta cercando di raggranellare una cifra ingente per pagare il riscatto. Entra in gioco il governo americano, il ministro della giustizia che le dice ‘attenta se fai questa cosa ti portiamo in tribunale’. Ecco perché Diane da anni si sta spendendo per cercare di modificare le politiche del governo degli Stati Uniti nei confronti degli ostaggi di nazionalità statunitense. Ecco perché penso che la storia di James Foley e di sua sua madre abbia ancora un’eco, una risonanza importante”, racconta McCann.
McCann sottolinea come l’amministrazione Biden abbia fatto qualcosa di diverso nei confronti degli ostaggi, riportando in patria qualcuno dalla Russia e da Gaza. “Se Kamala Harris diventasse presidente penso continuerebbe su questa strada”, aggiunge.
Il ruolo del giornalista e l’eredità di Diane Foley
“L’esempio di Diane è qualcosa che mi fa sentire piccolo così. Adoro quella donna. Lei dice di essere una persona qualunque ed è dunque un esempio di cosa può fare una persona normale. Ha 75 anni e va avanti per cercare di cambiare la situazione. Nessuno la ferma”, racconta lo scrittore.
McCann sottolinea l’importanza del giornalismo e il coraggio di James Foley, che ha rischiato la vita per raccontare la verità. “Sono convinto che un buon giornalista sia uno che da prova di umiltà. In un momento in cui il giornalismo è sotto attacco è importante ricordare Foley”, sottolinea.
Il libro è una testimonianza di coraggio, resilienza e speranza. È la storia di una madre che non si arrende, che lotta per la giustizia e per il ricordo del figlio. “Questa è la storia di Diane che racconta la storia du suo figlio”, conclude McCann.
Le altre storie da raccontare
McCann ha accantonato un romanzo per dedicarsi a questo libro. “È una cosa completamente diversa, si chiamerà Twist e uscirà nel 2025, penso nel 2026 in Italia. Parla sia del sabotaggio che della riparazione dei cavi subacquei del segnale di Internet”, annuncia.
McCann vorrebbe anche scrivere un libro sulle figlie dell’assassino di James Foley. “Sono convinto che le storie non finiscano mai. Kotey si è sposato due volte e in Siria ha avuto tre ragazze. Diane gli ha posto domande sulla madre dei suoi figli. Quelle tre ragazze sono finite in un campo che ha fama in Siria di essere degli stupri. Una parte di me ci pensa ancora a questa vicenda, se riuscissi a rintracciare la moglie e le figlie vorrei scrivere anche la loro di storia”.
Un libro potente che tocca il cuore
‘Una Madre’ è un libro potente che tocca il cuore. La storia di James Foley e di sua madre è una storia di tragedia, ma anche di speranza e di coraggio. Il libro ci ricorda l’importanza del giornalismo e il valore della giustizia. È un libro che ci fa riflettere sul mondo in cui viviamo e sul ruolo che ciascuno di noi può svolgere per renderlo un posto migliore.