Picasso, il poeta “straniero” che ha sfidato l’accademismo
“Il poeta è il personaggio più meraviglioso della società perché è un irregolare”, diceva Picasso. Una frase che ben sintetizza l’anima ribelle e anticonformista del grande artista, celebrata dalla mostra “Picasso e la poesia” a Palazzo Te a Mantova. Curata da Annie Cohen-Solal e Johan Popelard, l’esposizione presenta 50 opere del maestro spagnolo, tra cui dipinti esposti per la prima volta in Italia, in collaborazione con il Museo nazionale Picasso di Parigi e la famiglia dell’artista.
La mostra si propone di esplorare la profonda affinità di Picasso con il mondo della poesia, un aspetto spesso trascurato ma fondamentale per comprendere la sua complessa personalità. “Picasso distrugge tutto ciò che è accademico e diventa avanguardista, va al di là della tradizione”, spiega Cohen-Solal, autrice del libro “Picasso. Una vita da straniero”, Premio Femina Essai 2021.
La scrittrice francese, che ha studiato a fondo la vita e l’opera di Picasso, sottolinea come il suo percorso artistico sia stato profondamente influenzato dal suo rapporto con gli emarginati e con la poesia: “I poeti e gli emarginati come i saltimbanchi hanno accolto Picasso a Parigi e lo hanno accompagnato per tutta la sua vita. Quando arriva a Parigi, Picasso non parla una parola di francese ma nel 1935 diventa poeta. Come mai? Lo diventa perché ha bisogno di un altro modo di esprimersi. Anche nella poesia crea ibridazione tra le lingue, le parole. Produce una poesia bellissima, surrealista, dada, che sorprende”.
“Sta nevicando al sole”: la poesia di Picasso
La mostra presenta una selezione di opere che testimoniano la passione di Picasso per la poesia, come il suo “Sta nevicando al sole”, un gioco di parole ironico e buffo che esprime la sua capacità di giocare con il linguaggio e con le forme. “Celebrato dai poeti poi diventa poeta. È in uno stato di metamorfosi, ha illustrato le metamorfosi di Ovidio e con le metamorfosi si può esprimere in Francia. Si è espresso tra due autoritratti doppi, l’arlecchino tra i saltimbanchi all’inizio e il minotauro alla fine. Anche se il minotauro, che è un personaggio forte dell’antichità lo fa cieco come a dire, anche se è forte è vulnerabile”, spiega Cohen-Solal.
Il pronipote di Picasso, Xavier Vilato, aggiunge: “Per tutti i grandi pittori la poesia sia come una stella, un obiettivo da raggiungere. Per Picasso era molto importante perché ha un rapporto con le cose che sono ai margini della società, i sentieri laterali. Altra cosa fondamentale è che Picasso pensava, e lo credo anch’io, che un individuo può essere nella direzione giusta da solo, senza tutti gli altri che lo seguono”.
Un’inchiesta negli archivi di Picasso
Per realizzare il suo libro e le mostre, Cohen-Solal ha condotto un’accurata ricerca negli archivi di polizia e del Museo Picasso, scoprendo documenti inediti, come la scheda di Picasso come straniero quando arriva a Parigi nel 1900 e le lettere a sua madre, conservate al Museo Picasso. “Le ho lette tutte e trovato l’intimità tra un figlio che adora la madre che però è un figlio perduto”, racconta la scrittrice.
“Questa inchiesta mi ha provocato rabbia e per questo ho scritto il libro Picasso una vita da straniero e ho curato una mostra che è stata a Parigi e a New York e che ora è in Italia divisa in due mostre perché l’Italia fa le cose meglio degli altri Paesi. A Mantova Picasso e la poesia e poi a Milano Picasso lo straniero dal 20 settembre”, conclude Cohen-Solal.
Picasso: un’anima complessa e multiforme
La mostra a Mantova ci offre una nuova prospettiva sul genio di Picasso, svelando la sua profonda affinità con il mondo della poesia e il suo percorso di rottura con l’accademismo. L’esposizione ci invita a guardare oltre l’immagine iconica del maestro spagnolo, scoprendo la sua complessità e la sua costante ricerca di nuove forme di espressione.