Le confessioni del 17enne
Il 17enne autore della strage di Paderno Dugnano ha confessato di aver pianificato il delitto con largo anticipo, scegliendo il coltello come arma di comodo. La sua motivazione è inquietante: il ragazzo desiderava “vivere più a lungo delle persone normali” per conoscere il futuro dell’umanità, sentendosi un estraneo e percependo gli altri come meno intelligenti.
Il ragazzo ha raccontato di aver maturato l’idea di compiere il delitto da “qualche anno”, sentendosi sempre più “estraneo” e “distaccato” dagli altri. Il suo disagio è cresciuto nell’estate precedente la tragedia, ma già in passato si sentiva diverso. Il debito in matematica potrebbe aver contribuito al suo senso di inadeguatezza.
Le dichiarazioni del 17enne rivelano un profondo senso di isolamento e di incomprensione nei confronti del mondo che lo circonda. Si descrive come un individuo che percepisce gli altri come inferiori e che non riesce a trovare un posto nella società.
Il movente: un desiderio di “immortalità” e di conoscenza del futuro
Il 17enne ha spiegato di aver desiderato “vivere più a lungo delle persone normali” per conoscere il futuro dell’umanità. Questa motivazione, seppur inquietante, rivela un desiderio di conoscenza e di comprensione del mondo che va oltre la sfera personale.
Il suo desiderio di “immortalità” potrebbe essere interpretato come una ricerca di un senso di appartenenza e di significato in un mondo che lo ha reso estraneo. La sua incapacità di relazionarsi con gli altri e di trovare un posto nella società potrebbe averlo spinto a cercare una risposta al di fuori della realtà quotidiana.
Il rapporto con la famiglia e la scelta di uccidere il fratello
Il ragazzo ha confessato di aver pensato di “lasciare i beni materiali” e di “staccarsi dai genitori” dopo il triplice omicidio. Il nonno materno ha raccontato che il 17enne gli ha detto di aver ucciso anche il fratello di 12 anni perché “non sarebbe riuscito ad abbandonarlo”.
Questa dichiarazione evidenzia il profondo legame che il ragazzo sentiva con il fratello, nonostante il suo isolamento e la sua incapacità di relazionarsi con gli altri. Il suo gesto potrebbe essere interpretato come un atto di disperazione, un tentativo di portare con sé nel suo mondo interiore l’unica persona con cui si sentiva veramente connesso.
La ricerca di una “soluzione” e l’interesse per le guerre
Il 17enne ha confessato di aver pensato di scappare di casa, anche in Ucraina, come “soluzione” al suo malessere. Tuttavia, questa idea non gli è sembrata efficace per raggiungere il suo “scopo”.
Il ragazzo ha anche rivelato di essere attratto dalle guerre e di commuoversi pensando a queste situazioni, un’emozione che non condivideva con amici e familiari. Questo interesse per la violenza e la sofferenza potrebbe essere interpretato come un riflesso del suo disagio interiore e della sua incapacità di trovare un posto nel mondo.
Una tragedia che ci interroga
La strage di Paderno Dugnano è un evento drammatico che ci interroga sulla fragilità della psiche umana e sull’importanza di riconoscere e affrontare il disagio giovanile. La storia del 17enne ci ricorda che la solitudine, l’incomprensione e la mancanza di un senso di appartenenza possono portare a conseguenze devastanti. E’ fondamentale investire in programmi di supporto psicologico per i giovani e promuovere una cultura di ascolto e di empatia, per evitare che tragedie come questa si ripetano.