L’Italia e il gap digitale: 15 milioni di persone da alfabetizzare
Secondo uno studio di Teha Group in collaborazione con Philip Morris Italia, l’Italia deve alfabetizzare digitalmente 15 milioni di persone per raggiungere gli obiettivi fissati dal Digital Compass 2030 dell’Unione europea. L’obiettivo è colmare le lacune tecnologiche degli Stati membri e l’Italia si trova in una posizione di svantaggio rispetto alla media europea. Il numero di persone da alfabetizzare è inferiore solo a quello della Germania, che deve coinvolgere 17,3 milioni di cittadini. Il 34% degli italiani, rispetto al target dell’80%, manca di competenze digitali, contro il 27,8% della Germania.
Il ruolo delle grandi aziende e la necessità di una formazione massiccia
Lo studio evidenzia l’importanza del ruolo delle grandi aziende nel guidare il processo di digitalizzazione, innovazione e sostenibilità delle filiere. Le aziende che fanno parte di una filiera sono infatti più innovative e più sensibili a sostenibilità e digitale. Per colmare il gap di competenze digitali, è necessario aumentare gli sforzi nella formazione in ingresso, in particolare aumentando di 137 mila unità le iscrizioni ai corsi Ict. L’Italia è l’unico Paese in Europa con meno di uno studente in discipline Ict ogni mille abitanti. Sarebbero necessari, inoltre, anche 87 mila ingegneri e 140 mila iscritti agli Its.
Un piano di azione per il futuro
Per raggiungere gli obiettivi del Digital Compass 2030, l’Italia deve adottare un nuovo paradigma di sviluppo e posizionarsi come modello da esportare in Europa. Secondo Massimo Andolina, presidente Regione Europea di Philip Morris International, per colmare il gap di competenze digitali occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato di tipo strutturato. Valerio De Molli, amministratore delegato di Teha Group, sottolinea la necessità di un Piano Marshall delle competenze per colmare il ritardo del Paese e cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale.
L’urgenza di un’azione coordinata
La situazione italiana è allarmante. Il gap di competenze digitali è un ostacolo significativo per lo sviluppo economico e sociale del Paese. È necessario un’azione coordinata da parte del governo, delle aziende e delle istituzioni educative per colmare questo gap. Un Piano Marshall delle competenze, come suggerito da De Molli, potrebbe essere un punto di partenza per un’azione di ampio respiro. Inoltre, è importante promuovere l’innovazione e la sostenibilità nelle filiere, coinvolgendo le grandi aziende come capofiliera. La collaborazione pubblico-privata è fondamentale per il successo di questa sfida.