La disfatta di Saitama
Il day after del 7-0 incassato dalla nazionale di calcio maschile della Cina in Giappone ha la forza di uno tsunami. Tifosi e media si sono scagliati contro i Dragoni rossi per la nuova umiliazione contro i Samurai Blu, rivali storici non solo nello sport, segnata nella prima giornata delle qualificazioni asiatiche per la Coppa del Mondo 2026.
L’Oriental Sports Daily, tra le più autorevoli testate sportive, è partito all’attacco definendo la disfatta di Saitama come “la sconfitta più pesante della Cina” nelle qualificazioni.
“Quando il sapore dell’amarezza raggiunge il suo estremo, tutto ciò che rimane è l’intorpidimento”, ha rincarato in un editoriale il quotidiano di Shanghai, secondo cui il calcio cinese “ha toccato il “fondo” e il ct croato della Cina, Branko Ivankovic, ha mostrato la sua “incompetenza, un fattore che ha contribuito alla disastrosa sconfitta”.
Una crisi decennale
Il calcio, noto come uno degli sport preferiti dal presidente Xi Jinping che una volta ha espresso la volontà che la Cina ospitasse e persino vincesse un giorno la Coppa del Mondo, attraversa da decenni una fase di profonda crisi, tra i ripetuti scandali per corruzione che hanno azzerato i vertici della Federcalcio mandarina e la crisi dei club schiacciati dai debiti, frutto della stagione degli investimenti milionari e dei mega piani per l’apertura delle 50mila scuole calcio nel Paese.
La Cina, in modo rocambolesco, aveva centrato il terzo turno di qualificazione ai Mondiali 2026 in Canada, Messico e Usa, staccando la Thailandia di un soffio. I Dragoni rossi, andati finora al torneo più seguito del pianeta solo nel 2002, sono stati bersagliati sui social. Su Weibo (l’X mandarino), l’hashtag ‘la nazionale perde contro il Giappone 0-7’ ha finora registrato oltre 500 milioni di visualizzazioni, oltre a tanta ironia. “Non sappiamo ancora che aspetto abbia il portiere giapponese dopo una partita di 90 minuti”, ha scritto un utente.
Per la cronaca era l’estremo difensore del Parma, Zion Suzuki.
Le reazioni
L’ex nazionale Fan Zhiyi, andato alla Coppa del Mondo del 2002, ha espresso tutta la sua amarezza osservando che “quando c’è un divario di abilità e perdi, è accettabile. Quello che è difficile da accettare è perdere in questo modo”. La squadra è sembrata evanescente e la difesa porosa: martedì la difficile prova d’appello dei Dragoni rossi che ospiteranno l’Arabia Saudita di Roberto Mancini, reduce da un pareggio (1-1) con l’Indonesia.
Il futuro del calcio cinese
La sconfitta contro il Giappone è un duro colpo per il calcio cinese, che si trova in una fase di profonda crisi. La domanda è: come può la Cina rialzarsi da questa umiliazione? Il futuro del calcio cinese dipenderà da una serie di fattori, tra cui la riforma del sistema di allenamento, la lotta alla corruzione e la creazione di un campionato nazionale competitivo. La Cina ha le risorse per diventare una potenza calcistica, ma è necessario un cambio di rotta radicale per raggiungere questo obiettivo.