Un incontro per la sicurezza: Italia e Cile uniti contro la criminalità organizzata
Il professor Antonello Canzano, docente dell’Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara e dell’Università Roma Tre, ha presentato oggi al Tribunale Costituzionale del Cile il modello italiano di lotta al crimine organizzato. L’evento, promosso dall’Ambasciata italiana, si inserisce in un contesto di stretta collaborazione bilaterale in materia di sicurezza tra i due Paesi.
La presentazione, che si è tenuta a Santiago, ha visto la partecipazione dell’ambasciatrice Valeria Biagiotti e del professor Canzano, che hanno incontrato la Presidente del Tribunale, ministro Daniela Marzi Muñoz, insieme ai ministri José Ignacio Vásquez, María Pía Silva e Alejandra Precht. La Plenaria e i funzionari del Tribunale hanno poi assistito alla presentazione del professor Canzano, incentrata sull’evoluzione della criminalità organizzata in Italia, le strategie di adattamento delle mafie ai cambiamenti sociali e lo sviluppo del quadro normativo introdotto in Italia per far fronte a questa minaccia.
Il modello italiano: un’evoluzione normativa trentennale
Il professor Canzano ha sottolineato come il quadro normativo italiano per la lotta al crimine organizzato non sia il risultato di un singolo intervento, ma di una graduale evoluzione nel corso di 30 anni, continuamente adattata in base alla sua efficacia. L’incontro ha offerto l’occasione per un proficuo dialogo in chiave comparata, con la partecipazione dei ministri Miguel Ángel Fernández, Nancy Yánez, Héctor Mery e Marcela Prado.
L’articolo 41bis: un regime speciale di detenzione per neutralizzare la criminalità organizzata
Un’ampia attenzione è stata riservata al cosiddetto “modello italiano” di lotta al crimine organizzato, di cui parte integrante rappresenta il regime speciale di detenzione previsto dall’articolo 41bis dell’ordinamento penitenziario italiano. Questo regime è volto a neutralizzare la possibilità che gli autori di reati più gravi, soprattutto legati alla criminalità organizzata, possano condurre attività illecite dal carcere.
Il professor Canzano ha sottolineato che, nonostante le misure applicate siano estremamente rigorose, la Corte Costituzionale italiana ha fissato dei limiti chiari per garantire che i diritti fondamentali dei detenuti non vengano violati.
Un’esperienza condivisa: il magistrato Tartaglia Polcini e il programma Paccto 2.0
La presentazione del professor Canzano fa seguito ad un’altra attività inserita nel medesimo contesto collaborativo: la visita del magistrato Giovanni Tartaglia Polcini, Consigliere giuridico del Ministero degli Affari Esteri e Vicedirettore del programma europeo Paccto 2.0. Tartaglia Polcini ha messo a disposizione delle autorità cilene l’esperienza italiana in materia di lotta alle mafie.
La collaborazione internazionale nella lotta alla criminalità organizzata
La presentazione del modello italiano di lotta al crimine organizzato al Tribunale Costituzionale del Cile è un esempio concreto di come la collaborazione internazionale sia fondamentale per affrontare sfide globali come la criminalità organizzata. Il confronto tra sistemi giuridici diversi può portare a un arricchimento reciproco e a una maggiore efficacia nella lotta a questo fenomeno. La condivisione di esperienze e best practices rappresenta un passo importante per costruire un fronte comune contro le mafie.