La causa di Manilow contro Hipgnosis
Il cantante e cantautore Barry Manilow ha intentato una causa contro Hipgnosis, società che nel 2019 ha acquistato i diritti sulla sua musica, per ottenere 1,5 milioni di dollari di bonus promessi e non ricevuti. La causa, presentata presso la US District Court in California, accusa Hipgnosis di aver violato il contratto, mal rappresentato le sue clausole e, più in generale, di aver truffato Manilow.
Secondo Manilow, il contratto prevedeva due bonus da 750.000 dollari ciascuno, da erogare se il valore delle royalties fosse aumentato del 10% all’anno per un quadriennio. Il cantante sostiene che questo obiettivo è stato raggiunto e che quindi ha diritto ai bonus.
La causa identifica Manilow come “l’uomo che crea le canzoni che fanno cantare il mondo” e ricorda che il catalogo è stato pagato una somma iniziale di 7.500.000 dollari, con i due bonus addizionali come incentivo.
La replica di Hipgnosis
Hipgnosis, a sua volta, ha presentato una contro-causa contro Manilow, sostenendo che ci sono divergenze su alcune clausole relative ai bonus. La società ha dichiarato al Financial Times che in discussioni con i rappresentanti di Manilow si è capito che “ci sono divergenze su certe clausole relative ai bonus”.
La società, fondata da Merck Mercuriadis (ex manager di Beyoncé e Elton John) e Nile Rodgers, è stata venduta a luglio al gigante di Wall Street Blackstone. Hipgnosis si è fatta largo nel mercato dei cataloghi musicali acquistando la musica di artisti come Neil Young, Shakira, Justin Bieber e i Red Hot Chili Peppers.
Le accuse di Manilow
Manilow accusa Hipgnosis di aver violato il contratto e di averlo truffato. Il cantante sostiene che Mercuriadis, che è uscito di scena a luglio, lo ha indotto a firmare l’intesa con la promessa che il suo staff avrebbe attivamente cercato di concludere accordi per la riedizione di album e l’uso di brani come “Could It Be Magic” in spot pubblicitari, film, tv e altri media.
“Hipgnosis aveva promesso di mettere a disposizione un team che a tempo pieno si sarebbe dedicato a ottimizzare il valore delle royalty acquistate”, si legge nella denuncia.
La crisi di Hipgnosis
Hipgnosis, lanciata nel 2018, aveva guidato la “corsa all’oro” del mercato dei cataloghi, pagando fior di dollari per le royalties di vip della musica. Tuttavia, la società si è sovraesposta, promettendo ai beneficiari più di quanto potesse mantenere.
Dopo mesi di azioni al ribasso in borsa, uno scandalo contabile e una rivolta degli azionisti, Hipgnosis è stata venduta a Blackstone per 1,6 miliardi di dollari.
Considerazioni
Questa vicenda mette in luce le tensioni e le controversie che possono sorgere nel mercato dei cataloghi musicali, un settore in forte crescita ma anche caratterizzato da un’alta volatilità. Il caso Manilow-Hipgnosis evidenzia la necessità di chiarezza e trasparenza nei contratti, nonché l’importanza di un’attenta valutazione dei rischi da parte di entrambe le parti coinvolte. L’esito di questa causa potrebbe avere un impatto significativo sul mercato dei cataloghi musicali, influenzando le future transazioni e le strategie delle società coinvolte.