Condanna per il ‘divertimento’ pericoloso
Un giudice del tribunale di Milano ha condannato Alex Baiocco, 24 anni, a 3 anni di reclusione per aver teso un cavo d’acciaio ad altezza uomo in viale Toscana a Milano lo scorso gennaio. Il gesto, compiuto insieme a due complici, uno dei quali minorenne, ha causato l’interruzione della circolazione stradale e ha messo a rischio l’incolumità dei passanti. Il gup Sonia Mancini, nel pronunciare la sentenza con il rito abbreviato, ha sottolineato che il fine ultimo del gesto era “divertirsi”, ma che questo “non poteva che connettersi al perverso piacere, tipico del branco, di danneggiare gratuitamente il prossimo”.
Consapevolezza del rischio e pentimento
Il giudice ha evidenziato che Baiocco “ha ammesso di aver preso consapevolezza dei rischi” derivanti dal suo gesto, “rendendosi conto che qualcuno avrebbe potuto farsi del male o comunque che il passaggio potesse essere impedito”. Il giovane aveva inizialmente pensato di tornare indietro e rimuovere il cavo, ma poi ha cambiato idea “per paura di essere scoperto”. Questo dimostra, secondo il gup, la “piena consapevolezza delle implicazioni e possibili conseguenze del gesto”. Nonostante ciò, il giudice ha riconosciuto a Baiocco le attenuanti generiche e “un sincero pentimento” per quanto accaduto.
Il contesto dell’incidente
L’incidente è avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorsi. I tre giovani avevano teso il cavo, legando un estremo alla pensilina di un autobus e l’altro a un palo della segnaletica verticale, con l’intento di bloccare la strada. Il complice di 18 anni, Michele Di Rosa, aveva patteggiato a 2 anni e 6 mesi di reclusione ed è tornato libero lo scorso maggio dopo la revoca della misura cautelare. Baiocco si trova attualmente ai domiciliari.
Un atto di irresponsabilità con conseguenze potenzialmente gravi
La condanna di Alex Baiocco serve da monito per tutti coloro che pensano di potersi divertire mettendo a rischio la sicurezza degli altri. Il suo gesto, seppur non abbia causato danni fisici, poteva avere conseguenze molto gravi, e la consapevolezza del rischio da parte del giovane non lo esonera dalla responsabilità delle sue azioni. La sentenza rappresenta un chiaro messaggio di intolleranza verso comportamenti sconsiderati e pericolosi.