Convalidato il fermo e disposto il carcere per Moussa Sangare
Il giudice per le indagini preliminari (gip) di Bergamo, Raffaella Mascarino, ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare del carcere per Moussa Sangare, il 35enne che ha confessato l’omicidio di Sharon Verzeni, la 43enne trovata senza vita nella sua abitazione a Bergamo il 19 febbraio scorso. La decisione del gip si basa su una valutazione attenta delle prove raccolte e delle dichiarazioni rese dall’indagato, che ha ammesso la sua responsabilità nel delitto.
Lucidità durante il delitto e nei giorni successivi
Nel provvedimento, il gip sottolinea la lucidità dimostrata da Sangare durante l’omicidio e nei giorni successivi, nonostante le perplessità emerse sulle sue condizioni mentali. “Se pure le motivazioni addotte dall’indagato in ordine alla spinta che ha portato a commettere il fatto di sangue può destare qualche perplessità in ordine al suo stato mentale, nel momento di compiere l’omicidio però la lucidità mostrata nell’adottare tutta una serie di accorgimenti sia nei momenti precedenti al delitto (…) e anche gli accorgimenti dei giorni seguenti evidenziano uno stato mentale pienamente integro”, si legge nel provvedimento.
Indagine in corso
L’indagine sull’omicidio di Sharon Verzeni è ancora in corso. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con precisione la dinamica del delitto e di individuare eventuali complici o moventi. La Procura di Bergamo ha disposto una serie di accertamenti per approfondire le condizioni mentali di Sangare e per chiarire le motivazioni che hanno portato al tragico evento.
L’importanza della lucidità nella valutazione del reato
La lucidità dimostrata dall’indagato durante il delitto e nei giorni successivi è un elemento cruciale per la valutazione della sua responsabilità. La capacità di pianificare e di agire con cognizione di causa, anche in presenza di possibili disturbi mentali, è un fattore determinante per stabilire l’imputabilità e la gravità del reato.