Il ritorno di Lav Diaz a Venezia con “Phantosmia”
Il pluripremiato regista filippino Lav Diaz torna alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo ultimo film, “Phantosmia”, presentato fuori concorso. Questa nuova opera segna il ritorno di Diaz in laguna dopo quattro anni dalla sua ultima partecipazione.
“Phantosmia” è un film che esplora il mistero dell’olfatto fantasma, un fenomeno noto come fantosmia, che affligge Hilarion Zabala, un ex agente di polizia militare interpretato da Ronnie Lazaro. Il problema olfattivo di Hilarion si ripresenta, e un consulente/psichiatra sospetta che sia un caso persistente di fantosmia, un odore fantasma forse causato da un trauma o da una profonda frattura psicologica.
Un viaggio nel passato per affrontare i traumi
Per affrontare il suo problema, Hilarion si sottopone a una terapia radicale che lo costringe a tornare indietro nel tempo per affrontare le correnti più oscure della sua vita passata al servizio militare. Assegnato alla remota Colonia Penale di Pulo, l’uomo si troverà costretto ad affrontare la terribile realtà della sua situazione attuale.
Il film di Diaz è un viaggio introspettivo nella mente di un uomo tormentato dal passato. Attraverso la lente del mistero dell’olfatto fantasma, il regista esplora le ferite profonde che possono essere causate dalla guerra e dalla violenza, e il modo in cui queste ferite possono manifestarsi in modi inaspettati.
Un film di quattro ore
“Phantosmia” è un film di durata considerevole: 245 minuti, ovvero circa quattro ore. La durata del film riflette la complessità del tema affrontato da Diaz e la necessità di immergere lo spettatore in un viaggio profondo e introspettivo.
Il film è un’opera che richiede un impegno da parte dello spettatore, ma che promette un’esperienza cinematografica coinvolgente e appagante. La presenza di Diaz a Venezia è un’occasione per il pubblico di immergersi in un’opera che si preannuncia come un’esperienza unica nel suo genere.
Un’opera che sfida le convenzioni
“Phantosmia” si presenta come un film che sfida le convenzioni del cinema contemporaneo. La sua durata insolita e il tema introspettivo lo rendono un’opera unica e impegnativa. Il ritorno di Lav Diaz a Venezia con questo film è un segnale importante per il cinema indipendente e per la sua capacità di esplorare temi complessi e di grande attualità.