Il caso Natoli e la richiesta di sospensione
Nello Rossi, già sostituto procuratore generale in Cassazione e ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), ha sollevato un’importante questione in merito al caso della consigliera Rosanna Natoli, sottoposta a procedimento penale. Rossi, direttore della rivista ‘Questione Giustizia’, ha espresso la necessità che il Csm assuma la responsabilità di tutelare l’immagine e la funzionalità dell’organo, sospendendo la consigliera.
Rossi sottolinea che le questioni poste dal caso Natoli sono troppo gravi e serie per essere ignorate. Il rischio è che la credibilità e l’efficienza del Csm siano compromesse dai fatti già noti e da quelli che potrebbero emergere in futuro.
Secondo Rossi, il Csm ha il potere di agire in autotutela e sospendere la consigliera, come previsto dall’art. 37 della legge n. 195 del 1958, che contiene le norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio. Questa sospensione, definita ‘facoltativa’, può essere adottata con garanzie procedurali forti, come la votazione a scrutinio segreto e un quorum deliberativo di due terzi dei componenti del Consiglio.
Rossi ribadisce che questa normativa speciale non è stata abrogata né modificata dalle recenti disposizioni della riforma Cartabia.
L’etica e il diritto nel caso Natoli
Rossi critica l’atteggiamento di indifferenza mostrato da gran parte della stampa e della politica nei confronti dello scandalo che ha coinvolto la consigliera Natoli. Secondo lui, l’etica si è dimostrata imbelle, e solo il diritto può fornire una soluzione istituzionale dignitosa al caso.
La richiesta di sospensione della consigliera è quindi un passo importante per preservare l’integrità e la credibilità del Csm, un organo fondamentale per la giustizia italiana.
Considerazioni
Il caso Natoli pone un interrogativo fondamentale sul ruolo e la responsabilità del Csm. La richiesta di sospensione solleva un dibattito importante sulla necessità di tutelare l’immagine e la funzionalità dell’organo di governo autonomo della magistratura. L’esito di questa vicenda avrà un impatto significativo sulla percezione pubblica della giustizia e sulla fiducia nella magistratura italiana. È importante che il Csm assuma la responsabilità di agire con trasparenza e tempestività per garantire la credibilità e l’efficienza dell’organo.