Una Pandemia Silenziosa che Richiede un’Azione Decisa
L’inviato speciale dell’Onu per la sicurezza stradale, Jean Todt, ex amministratore delegato della Ferrari, ha lanciato un allarme a Milano, definendo gli incidenti stradali una “pandemia silenziosa” che ogni anno causa 1,19 milioni di vittime in tutto il mondo. Questa drammatica realtà ha portato le Nazioni Unite a lanciare una campagna globale per la sicurezza stradale con l’obiettivo di dimezzare il numero di vittime entro il 2030. La campagna, che si avvale dell’hashtag #MakeASafetyStatement, punta a raggiungere più di 80 Paesi e mille città nei prossimi due anni, con messaggi di sicurezza stradale esposti su arredo urbano, mezzi pubblici e affissioni.
Celebrità a Supporto di un Messaggio di Vita
Per amplificare il messaggio e sensibilizzare l’opinione pubblica, la campagna si avvale del sostegno di diverse celebrità, tra cui il pilota di F1 Charles Leclerc, la leggenda del calcio Didier Drogba, l’attrice premio Oscar Michelle Yeoh, il tennista Novak Djokovic, il pilota motociclistico Marc Marquez, la top model Naomi Campbell e il pilota Mick Schumacher. Questi testimonial promuovono regole di sicurezza stradale semplici ed efficaci, come l’uso della cintura di sicurezza, la guida sicura, l’uso del casco e il divieto di inviare messaggi al volante.
Un Problema Globale con Impatto Disproportionato sui Paesi in Via di Sviluppo
La “pandemia silenziosa” colpisce in modo sproporzionato i Paesi in via di sviluppo, dove si verifica oltre il 90% degli incidenti mortali. Gli incidenti stradali sono la principale causa di morte per i bambini e i giovani adulti di età compresa tra i 5 e i 29 anni. L’Italia, dal 2001, ha registrato una diminuzione del tasso di mortalità in linea con l’Unione Europea (-42%), ma con un numero di vittime annuali ancora elevato (2.875), posizionandosi all’11° posto su 27 Paesi in Ue.
Un Problema Complesso che Richiede Soluzioni Multidisciplinari
La “pandemia silenziosa” degli incidenti stradali è un problema complesso che richiede soluzioni multidisciplinari. Oltre alle campagne di sensibilizzazione, è necessario investire in infrastrutture sicure, veicoli più sicuri e in programmi di educazione stradale. La collaborazione tra governi, organizzazioni internazionali, industria automobilistica e cittadini è fondamentale per raggiungere l’obiettivo di dimezzare il numero di vittime entro il 2030.