Un autoritratto di battaglie e sogni
Antonietta De Lillo, regista e produttrice napoletana, presenta al pubblico il suo nuovo film “L’occhio della gallina”, un autoritratto che si snoda tra le battaglie legali affrontate negli ultimi anni e i suoi sogni di cinema. Il film, in concorso alle Giornate degli Autori (Notti Veneziane) alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, racconta la storia di una donna che ha dovuto lottare per far valere i suoi diritti e per realizzare i suoi progetti.
Vent’anni di cause giudiziarie incrociate, prima per la scarsa distribuzione del film “Il resto di niente” (2004), poi per i mancati finanziamenti pubblici per il progetto “Morta di soap”, hanno segnato il percorso di De Lillo nel cinema italiano. Un percorso che lei definisce “mission impossible”, ma che ha affrontato con determinazione e coraggio. “Mi rendo conto che quando hai di fronte un potere così grande e tu ti senti così piccolo, molte persone desistono, però secondo me la cultura e il cinema devono proprio lavorare per rendere visibile ciò che per molti è invisibile, come lo è stata per molti anni anche la mia storia”, spiega la regista.
Un percorso di vita e di cinema
Nel film, De Lillo non si limita a raccontare le sue battaglie legali, ma offre uno sguardo profondo sulle sue scelte di vita e artistiche. Dall’amore per la fotografia ai suoi primi film, come “Una casa in bilico” (1985), codiretto da Giorgio Magliulo, che le ha fatto vincere il Nastro d’argento, fino alla fondazione della sua casa di produzione indipendente e all’affermazione di “Il resto di niente”, un film potente e originale che ha visto protagonista Maria De Medeiros nel ruolo di Eleonora Fonseca de Pimentel, intellettuale rivoluzionaria portoghese.
L’occhio della gallina” è un film che non solo racconta la storia di una donna, ma anche la storia del cinema italiano, con i suoi ostacoli e le sue difficoltà. Un film che vuole dare voce a coloro che spesso vengono ignorati, e che vuole ricordare che la cultura e il cinema hanno il potere di rendere visibile ciò che è invisibile.
Un futuro incerto
Il film si conclude con una domanda: quale sarà il futuro di Antonietta De Lillo nel cinema italiano? La regista ha continuato a girare documentari e film partecipati, ma il suo sogno di realizzare un nuovo lungometraggio di fiction rimane ancora un’aspirazione. “L’occhio della gallina” è un film che ci invita a riflettere sul ruolo del cinema nella società, e sulla necessità di sostenere le voci indipendenti che si battono per la cultura e per l’arte.
Il potere del cinema indipendente
L’esperienza di Antonietta De Lillo dimostra la difficoltà che incontrano i registi indipendenti nel cinema italiano. La sua storia è un monito per tutti coloro che si battono per la cultura e per l’arte, e ci ricorda che la lotta per la visibilità e il riconoscimento è spesso lunga e difficile. Tuttavia, la sua determinazione e il suo coraggio ci ispirano a non perdere la speranza, e a continuare a lottare per i nostri sogni, anche quando sembrano impossibili da realizzare.