Un’occasione unica per studiare il rientro dei satelliti
Il prossimo 8 settembre, il satellite europeo Cluster 2, soprannominato ‘Salsa’, rientrerà in modo incontrollato nell’atmosfera terrestre, cadendo in un’area remota dell’Oceano Pacifico meridionale. Questo evento rappresenta un’occasione unica per gli scienziati dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) di studiare da vicino il processo di rientro di un satellite, un fenomeno che, nonostante la sua frequenza, non è ancora del tutto compreso.
In quasi 70 anni di voli spaziali, migliaia di satelliti e corpi di razzi hanno già rientrato nell’atmosfera terrestre, ma la dinamica di questo processo rimane in parte sconosciuta. Il rientro di ‘Salsa’, e successivamente degli altri tre satelliti della costellazione Cluster (Rumba, Samba e Tango), lanciati nel 2000 per studiare la magnetosfera terrestre, offrirà ai ricercatori un esperimento ripetibile in condizioni leggermente diverse.
Un aereo per osservare il rientro in diretta
Per raccogliere dati preziosi e completare il quadro delle conoscenze sul rientro dei satelliti, l’Esa ha deciso di inviare un piccolo aereo equipaggiato con una ventina di strumenti scientifici per osservare il rientro di ‘Salsa’ in diretta dal cielo. L’aereo sarà in grado di monitorare la disintegrazione del satellite e la dispersione dei suoi frammenti in atmosfera.
“Abbiamo test che possiamo fare a terra e abbiamo modelli virtuali, ma per completare il quadro ci servono anche osservazioni reali fatte proprio sulla scena di un rientro”, afferma Stijn Lemmens, esperto di detriti spaziali presso lo Space Debris Office dell’Esa. “L’esperimento di osservazione da un aereo è una nuova entusiasmante possibilità per raccogliere dati e acquisire sicurezza nella modellazione per supportare nuove missioni.”
Un’operazione complessa in un contesto impegnativo
L’aereo, dotato di strumenti scientifici all’avanguardia, effettuerà un volo di prova in Australia prima di trasferirsi sull’Isola di Pasqua per impostare le comunicazioni e attendere il momento del rientro di ‘Salsa’. L’operazione si presenta complessa, soprattutto considerando che il rientro avverrà durante il giorno, rendendo più difficile l’individuazione del satellite sullo sfondo luminoso del cielo. Gli scienziati avranno poco tempo per mettere a punto i loro strumenti e raccogliere dati preziosi.
L’esperimento si ripeterà con il rientro di Cluster 1 (Rumba) nel novembre 2025 e ad agosto 2026 con il rientro di Cluster 3 (Samba) e Cluster 4 (Tango), offrendo ai ricercatori un set di dati prezioso per comprendere meglio il processo di rientro dei satelliti e migliorare la sicurezza delle future missioni spaziali.
L’importanza di un rientro sicuro e sostenibile
Il rientro incontrollato di satelliti in atmosfera è un problema che sta diventando sempre più rilevante con l’aumento del numero di oggetti artificiali in orbita. La ricerca dell’Esa si inserisce in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità dello spazio, con l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di danni a persone e cose a terra e di mitigare l’inquinamento spaziale. La comprensione del processo di rientro è fondamentale per sviluppare strategie efficaci per la gestione dei detriti spaziali e per rendere il futuro dell’esplorazione spaziale più sicuro e sostenibile.