Netanyahu contro lo sciopero: “Vergogna” e accuse di sostegno a Hamas
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha sferrato un attacco durissimo ai manifestanti che hanno proclamato uno sciopero generale in Israele, definendolo “una vergogna”. In una dichiarazione rilasciata durante la riunione di governo, Netanyahu ha accusato i dimostranti di “sostenere” l’organizzazione terroristica Hamas, affermando: “State dicendo a Sinwar: avete ucciso sei persone, qui noi vi sosteniamo”. Sinwar è il leader di Hamas nella Striscia di Gaza. La dichiarazione di Netanyahu è arrivata come risposta alla proclamazione dello sciopero generale, che ha paralizzato il paese per un giorno. I manifestanti sono scesi in strada per protestare contro la riforma giudiziaria proposta dal governo, che secondo loro indebolirebbe l’indipendenza del sistema giudiziario e concentrerebbe eccessivo potere nelle mani del governo.
La posizione di Netanyahu sulla riforma e l’asse di Filadelfia
Netanyahu ha anche ribadito la sua opposizione alla richiesta del ministro della Difesa Yoav Gallant di annullare la decisione del governo di restare nell’asse di Filadelfia. Gallant, che ha espresso preoccupazione per le conseguenze della riforma giudiziaria sulla sicurezza nazionale, aveva chiesto al governo di sospendere la riforma per permettere un dialogo con l’opposizione. Tuttavia, Netanyahu ha respinto la richiesta di Gallant, affermando che la riforma è necessaria per rafforzare il sistema giudiziario e garantire un governo più efficiente. La posizione di Netanyahu sulla riforma giudiziaria ha diviso il paese e ha scatenato proteste di massa che durano da mesi. La riforma, se approvata, modificherebbe la composizione della Corte Suprema e darebbe al governo un maggiore controllo sulla nomina dei giudici. I critici della riforma sostengono che essa indebolirebbe l’indipendenza del sistema giudiziario e metterebbe a rischio i diritti e le libertà civili.
Lo sciopero è finito
Lo sciopero generale, che ha paralizzato il paese per un giorno, è terminato. Le proteste contro la riforma giudiziaria continuano, con i manifestanti che si sono impegnati a continuare la lotta per impedire l’approvazione della riforma. La situazione politica in Israele rimane tesa, con il governo e l’opposizione in una profonda divisione sulla riforma giudiziaria. Le prossime settimane saranno decisive per il futuro della riforma e per il destino del governo Netanyahu.
Un’escalation di tensione politica
Le parole di Netanyahu, cariche di accuse e di un linguaggio fortemente polemico, segnano un’ulteriore escalation della tensione politica in Israele. La sua decisione di attaccare i manifestanti, accusandoli di sostegno al terrorismo, rischia di alimentare ulteriormente la divisione e il conflitto sociale nel paese. La riforma giudiziaria, già al centro di una profonda divisione, diventa così un terreno di scontro ancora più aspro, con un governo che sembra determinato a proseguire sulla sua strada, nonostante le crescenti proteste.