Un film che racconta la precarietà della vita ai margini
Il regista iraniano Milad Tangshir, con il suo film d’esordio Anywhere Anytime, affronta la realtà di chi vive ai margini della società, in un racconto che ha per protagonista Issa, un giovane immigrato senegalese a Torino. Il film, presentato alla Settimana della Critica della Mostra del Cinema di Venezia, è un’opera intensa e coinvolgente che mette in luce le difficoltà e le speranze di chi si trova in una situazione di precarietà.
Issa, che vive in un hub di prima accoglienza, è costretto a cercare un lavoro per sopravvivere. Un amico cuoco, Mario, lo aiuta ad acquistare una bicicletta usata per lavorare come rider, ma la sua speranza di un nuovo inizio si infrange quando gli viene rubata la bici durante una consegna. Issa si ritrova così in una spirale di disperazione nel tentativo di recuperarla, affrontando le difficoltà di un sistema che sembra non offrirgli nessuna possibilità di riscatto.
Ladri di biciclette: un’ispirazione per un racconto contemporaneo
L’idea del film è nata dall’osservazione del fenomeno dei rider, un mondo che il regista ha conosciuto personalmente, trascorrendo un’estate con un rider senegalese. Tangshir ha capito l’importanza della bicicletta per queste persone, un semplice oggetto che può cambiare la vita a chi si trova in una situazione di marginalità. Il film si ispira al capolavoro di Vittorio De Sica, Ladri di biciclette, ma non si limita a riproporre la storia del film neorealista. Tangshir vuole usare il film di De Sica come punto di partenza per riflettere sulla realtà contemporanea, mostrando come la bicicletta, ancora oggi, sia un simbolo di speranza e di precarietà per chi vive ai margini.
Il regista non vuole fare un’operazione di cinefilia, ma un’opera che riflette sulla realtà che lo circonda. Vuole far riflettere su chi siano i “ladri di biciclette” di oggi, quali siano le nuove fasce di persone vulnerabili che si ritrovano a lottare per la propria sopravvivenza.
Un film che ci invita a guardare la realtà con occhi diversi
Anywhere Anytime è un film che ci invita a guardare la realtà con occhi diversi, a riflettere sulle difficoltà di chi vive ai margini della società. Il film è un racconto intenso e coinvolgente, girato con attori non professionisti, che ci fa entrare in contatto con la vita di Issa e con le sue emozioni. Il film non offre soluzioni facili, ma ci invita a riflettere sulla complessità della realtà e sulla necessità di guardare con attenzione alle persone che si trovano in situazioni di fragilità.
Il film è stato presentato alla Settimana della Critica di Venezia e sarà proiettato anche al Toronto Film Festival. Sarà in sala dal 11 settembre con Fandango.
Un’opera che mette in luce la vulnerabilità di chi vive ai margini
Anywhere Anytime è un film che mette in luce la vulnerabilità di chi vive ai margini della società, in un’epoca in cui la precarietà e l’insicurezza sono sempre più diffuse. Il film ci invita a riflettere su come la società si sta evolvendo e su come le persone che si trovano in situazioni di fragilità sono spesso lasciate indietro. Il film è un monito per tutti noi, affinché non dimentichiamo chi si trova in difficoltà e cerchiamo di fare qualcosa per aiutarli.