Nicole Kidman e il suo ruolo ‘estremo’ in ‘Babygirl’
Nicole Kidman, icona di Hollywood, si è presentata al Festival di Venezia con un film che ha suscitato non poche curiosità: ‘Babygirl’, un thriller erotico diretto dalla regista danese Halina Reijn. L’attrice australiana, in un’intervista rilasciata al Lido, ha confessato di essere spaventata dal film e di sentirsi ‘esposta e vulnerabile’.
In ‘Babygirl’, Kidman interpreta Romy, una manager di un’industria robotica sposata e con figlie, che si trova coinvolta in un rapporto sadomaso con un giovane stagista, Samuel (Harris Dickinson). Il film esplora le dinamiche di potere e di genere all’interno di una relazione complessa e tormentata, con scene di nudo e di sesso esplicite.
La scelta di Nicole Kidman e il lavoro con la regista
La Kidman ha spiegato di aver accettato il ruolo di Romy perché la regista era una donna e perché non ha mai percepito di essere stata ‘sfruttata’. Ha sottolineato l’unicità di raccontare un film così esplicito con una donna dietro la telecamera.
Per affrontare le scene di nudo e di sesso, l’attrice ha collaborato con Dickinson e con una ‘intimacy coordinator’, che ha aiutato il cast a sentirsi a proprio agio e a definire i confini di ogni scena intima.
Le parole degli altri attori e della regista
Antonio Banderas, che interpreta il marito di Romy, ha sottolineato l’importanza di sentirsi sicuri e di darsi il permesso reciproco durante le scene di sesso. La regista Halina Reijn ha spiegato che il film cerca di esplorare le forze opposte che compongono la personalità umana, senza dare giudizi. Per lei, il femminismo è anche la libertà di esplorare la vulnerabilità, l’amore, la vergogna, la rabbia e la ‘bestia interiore’ di una donna.
Harris Dickinson, che interpreta Samuel, ha parlato della confusione che c’è nel giovane maschio di oggi, che spesso non sa come comportarsi.
Un film che solleva questioni di genere e di potere
‘Babygirl’ si presenta come un film audace e provocatorio, che affronta temi delicati come il potere, il genere, l’età e la gerarchia. Il film esplora le dinamiche di una relazione complessa e tormentata, che mette in luce le fragilità e le contraddizioni dei personaggi.
La scelta di Nicole Kidman di interpretare un ruolo così ‘estremo’ è un segno della sua volontà di sperimentare e di sfidare i confini del suo lavoro. ‘Babygirl’ è un film che sicuramente susciterà discussioni e riflessioni sul genere, sul potere e sulla natura umana.
Un’analisi di ‘Babygirl’
‘Babygirl’ si presenta come un film coraggioso e provocatorio, che osa affrontare temi delicati come il potere, il genere, l’età e la gerarchia, con un linguaggio visivo esplicito. La scelta di Nicole Kidman di interpretare un ruolo così ‘estremo’ è un segno della sua volontà di sperimentare e di sfidare i confini del suo lavoro. Il film, che si inserisce in un filone di cinema che esplora la sessualità femminile in modo esplicito, sicuramente susciterà discussioni e riflessioni sul genere, sul potere e sulla natura umana. Sarà interessante vedere come il pubblico reagirà a questo film audace e provocatorio.