Tortura e morte in un centro di detenzione
Un uomo di 36 anni, Mohammad Mir-Mousavi, è stato torturato a morte in un centro di detenzione a Lahijan, una città nella provincia settentrionale iraniana di Gilan. L’uomo era stato arrestato il 22 luglio durante una rissa. L’agenzia di stampa iraniana Irna, citando la polizia, ha riferito che il comandante delle forze di polizia di Lahijan è stato licenziato “per insufficiente supervisione sulla condotta e sul comportamento del personale” in seguito all’incidente.
Il presidente Masoud Pezeshkian ha ordinato un’indagine sull’incidente e ha chiesto la punizione delle persone coinvolte nella morte di Mir-Mousavi. Il responsabile del centro di detenzione e parte del personale coinvolto sono stati sospesi, secondo una nota delle forze dell’ordine.
Il comunicato ha precisato che “a causa della complessità della questione, la conclusione finale sulla causa della morte di Mohammad Mir Mousavi dipende dal rapporto finale del medico legale.”
Un caso raro in Iran
I licenziamenti di membri delle forze di sicurezza sono rari in Iran. Questo caso ricorda la morte in custodia di Masha Amini, una donna curda iraniana di 22 anni arrestata a Teheran per una presunta violazione del rigido codice di abbigliamento del Paese, avvenuta nel 2022. La sua morte aveva scatenato mesi di mortali proteste a livello nazionale.
Un segnale di cambiamento?
La decisione di licenziare il comandante di polizia e di sospendere il personale coinvolto nella morte di Mir-Mousavi potrebbe essere interpretata come un segnale di cambiamento da parte delle autorità iraniane. Tuttavia, è importante sottolineare che le indagini sono ancora in corso e che la conclusione finale sulla causa della morte dipenderà dal rapporto del medico legale. Sarà interessante osservare come le autorità iraniane gestiranno questo caso e se saranno in grado di garantire giustizia per la famiglia di Mir-Mousavi.