L’impennata dei costi dell’Rc Auto
Il costo dell’Rc Auto continua a salire vertiginosamente. Dopo un breve rallentamento a maggio, i prezzi hanno ripreso a correre a luglio, registrando un aumento del 7,4% rispetto a giugno, secondo i dati dell’Ivass, l’istituto che vigila le assicurazioni in Italia. Il costo medio della polizza ha raggiunto i 416 euro, con incrementi a due cifre in alcune città, come Roma (+11%).
Questa impennata dei costi ha alimentato le critiche di diverse associazioni di consumatori. Il Codacons ha definito gli aumenti "non giustificati" dall’aumento dell’incidentalità e ha sottolineato che "cozzano con la situazione economica delle compagnie di assicurazioni". L’associazione ha calcolato che i rincari hanno determinato una "stangata complessiva da oltre 2 miliardi di euro" per gli automobilisti italiani negli ultimi due anni.
Anche l’Unc ha espresso forti critiche, affermando che "nulla giustifica un balzo del genere: né l’inflazione, né il costo dei sinistri, né l’incidentalità". L’associazione ha chiesto all’Antitrust di aprire un’indagine "per capire se le differenze da città a città dipendano da restrizioni sul lato della concorrenza, intese restrittive o altro".
Un differenziale di prezzo significativo tra le città
Il fenomeno di aumenti riguarda tutte le province italiane, ma il rapporto dell’Ivass segnala una forbice significativa tra gli incrementi di prezzo. Si va dal +3,1% di Pesaro e Urbino al +11% di Roma. Alcune province del Sud sono meno colpite e si trovano nella parte più bassa della classifica: Enna (298 euro), Potenza (306 euro) e Oristano (310 euro). Tuttavia, Napoli detiene il poco invidiabile primato con 598 euro, seguita da Prato (591 euro).
Il consueto raffronto tra Napoli e Aosta evidenzia un differenziale di premio di 270 euro, in aumento del +7,8% su base annua e in riduzione del 43,4% rispetto allo stesso mese del 2014.
L’impatto sulle diverse classi di merito
Gli assicurati appartenenti a classi di merito superiori alla prima hanno subito un incremento di prezzo medio del +11,5%, a fronte di un aumento del +6,6% per gli assicurati in prima classe.
Un’analisi critica degli aumenti
L’impennata dei costi dell’Rc Auto è un fenomeno preoccupante che richiede un’analisi approfondita. Le critiche di Codacons e Unc sollevano questioni legittime riguardo alla giustificazione di tali aumenti. È importante che l’Antitrust conduca un’indagine approfondita per valutare se ci siano elementi di distorsione della concorrenza o altre cause che potrebbero spiegare l’ampio differenziale di prezzo tra le città. L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire una maggiore trasparenza e equità nel mercato assicurativo, tutelando gli interessi dei consumatori.