Un appello per un’energia pulita e giusta
Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano i dirigenti e i dipendenti di Terna, società che si occupa della gestione della rete elettrica nazionale. Nel corso dell’udienza, il Pontefice ha rivolto un forte appello per un futuro alimentato da energia pulita, sottolineando l’urgenza di passare a fonti rinnovabili e di combattere l’inquinamento energetico in tutte le sue forme.
“Voi vi impegnate per un futuro alimentato da energia pulita, per nuovi modi di consumarla e di produrla basati sempre più su fonti rinnovabili”, ha affermato Papa Francesco, riconoscendo l’impegno di Terna nella transizione energetica. Tuttavia, ha aggiunto, “c’è molta energia sporca nel pianeta”, non solo per le fonti fossili, ma anche per l’ingiustizia, le guerre e le disparità che si celano dietro la produzione e il consumo di energia.
L’inclusione energetica come sfida etico-sociale
Il Papa ha sottolineato che l’energia buona non è solo una questione tecnologica, ma anche etica e sociale. “L’energia buona non è soltanto una questione tecnologica: bisogna che la produzione e il consumo diventino sempre più equi e inclusivi”, ha affermato. In questo senso, ha definito l’inclusione energetica come una sfida a più dimensioni, un obiettivo che va oltre la semplice disponibilità di energia.
“In effetti, l’inclusione energetica, la democrazia energetica, è oggi una sfida a più dimensioni. Non si può essere cittadini sovrani se si resta sudditi energetici”, ha concluso Papa Francesco, evidenziando il legame tra accesso all’energia e libertà individuale.
Un messaggio di speranza e di responsabilità
Le parole di Papa Francesco ci invitano a riflettere sul ruolo dell’energia nella società e a impegnarci per un futuro più sostenibile e inclusivo. La transizione energetica non è solo una questione tecnologica, ma anche etica e sociale. Dobbiamo lavorare per un sistema energetico che sia non solo pulito, ma anche equo e accessibile a tutti. Questo richiede un impegno da parte di tutti: governi, aziende, e cittadini. Solo così potremo costruire un futuro in cui l’energia sia davvero un bene comune e non un fattore di divisione e conflitto.