Criminalizzazione del Dissenso e ‘Dogmi’ del Progressismo
Il vescovo della diocesi di Ventimiglia e Sanremo, Antonio Suetta, ha lanciato un duro attacco al ‘progressismo’, accusandolo di ‘criminalizzare il dissenso’ e di imporre nuovi ‘dogmi’ come l’immigrazione indiscriminata, l’aborto come ‘diritto fondamentale’, l’utero in affitto, la ‘transizione di genere’ e il catastrofismo climatico.
Nel suo discorso per i festeggiamenti di Sant’Ampelio a Ventimiglia, Suetta ha definito il ‘progressismo’ come una ‘prospettiva socioculturale’ che non ammette ‘reticenze e ritardi’, paragonandolo al ‘politicamente corretto’ dell’Impero Romano, che imponeva la ‘religione di stato’.
Critica all’Espansione Islamica e al Neo Paganesimo
Il vescovo ha poi rivolto la sua critica all’espansione del mondo islamico, affermando che essa rappresenta una ‘profonda e grave decadenza di civiltà’, con conseguenze ‘religiose, politiche e socio-economiche’.
Suetta ha inoltre attaccato l’avanzata di forme di neo paganesimo, definendole ‘sceneggiate’ e ‘spacciate come progresso e propagandate come emancipazione e libertà’, citando come esempio l’apertura dei giochi olimpici.
Il Contesto Storico e Sociale
Il discorso di Suetta si inserisce in un contesto sociale e politico in cui il dibattito sull’immigrazione, l’aborto, i diritti LGBTQ+ e il cambiamento climatico è sempre più acceso e polarizzato. Le sue affermazioni hanno suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che le hanno interpretate come un attacco alla libertà di espressione e al pluralismo, mentre altri le hanno sostenute come un’espressione di un’opinione legittima.
È importante ricordare che la libertà di espressione è un diritto fondamentale in una società democratica, ma è anche importante che i discorsi pubblici siano responsabili e non alimentino l’odio e la discriminazione.
Considerazioni
Le parole del vescovo Suetta sollevano importanti questioni sul dibattito pubblico contemporaneo e sulla libertà di espressione. È fondamentale che il dibattito sia aperto e inclusivo, ma anche che sia condotto con rispetto e responsabilità. La ‘criminalizzazione del dissenso’ è un pericolo reale in qualsiasi società, ma è altrettanto importante riconoscere che il progresso sociale non può essere ostacolato da un’intolleranza verso le opinioni diverse. La critica al ‘progressismo’ e all’espansione islamica, seppur legittima, deve essere condotta con un linguaggio che non alimenti la paura e la discriminazione. La società contemporanea ha bisogno di un dibattito pubblico costruttivo e responsabile, che sappia affrontare le sfide del presente con un approccio aperto e inclusivo.