Un messaggio di speranza e impegno sociale
Il cardinale Matteo Maria Zuppi ha celebrato la messa conclusiva della Route 2024 Agesci a Verona, rivolgendosi agli scout con un messaggio di speranza e impegno sociale. In un’omelia vibrante, Zuppi ha esortato i giovani a non limitarsi a “curare i propri problemi”, ma a “prendersi cura dei problemi degli altri”, perché “abbiamo un amore più forte delle avversità”.
Ricordando il fondatore dello scoutismo, Baden Powell, e la sua esperienza segnata dalla Prima Guerra Mondiale, Zuppi ha sottolineato che “trovare la propria felicità preoccupandosi degli altri” è un concetto fondamentale per lo scoutismo. Ha poi aggiunto: “Voi non siete per niente ‘anime belle’, ma belle e forti anime, che vogliono dare anima ad un mondo che ne ha poca”.
Esploratori di felicità
Il cardinale ha invitato gli scout a non diventare “cinici” o “irresponsabili osservatori della realtà”, ma a essere “esploratori” che generano felicità. “Voi non siete diventati cinici, o irresponsabili osservatori della realtà, non siete ‘turisti’, ma esploratori, generate tanta felicità”, ha affermato Zuppi.
Zuppi ha anche affrontato la critica di chi considera il tema della felicità “naif”, sottolineando che “la felicità ci riporta al cuore del Vangelo: qualche volta l’abbiamo ridotto a regola moral, ma il cuore del Vangelo è gioia, vita vera, è pace e giustizia, è felicità non come benessere a poco prezzo, ma come parola dura, che ferisce l’orgoglio e libera dalle paure. e chiede di mettersi in gioco”.
Un messaggio di speranza per il futuro
Le parole del cardinale Zuppi sono un messaggio di speranza per il futuro, un invito a non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma a impegnarsi per un mondo migliore. Le sue parole sono un monito a non essere passivi spettatori della realtà, ma a diventare protagonisti del cambiamento, a generare felicità e a dare anima ad un mondo che ne ha bisogno.
Un messaggio di speranza per il futuro
Le parole del cardinale Zuppi sono un messaggio di speranza per il futuro, un invito a non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma a impegnarsi per un mondo migliore. Le sue parole sono un monito a non essere passivi spettatori della realtà, ma a diventare protagonisti del cambiamento, a generare felicità e a dare anima ad un mondo che ne ha bisogno.